Se hai mai avuto la sensazione di essere giudicato, umiliato o di non sentirti a tuo agio con il tuo corpo, potresti essere vittima di body shaming.
Ti sei mai sentito inadeguato solo per il tuo aspetto? Forse quel commento fatto per scherzo ti ha ferito più di quanto tu voglia ammettere, o magari ti sei sorpreso ad evitare uno specchio dopo una giornata particolarmente difficile. Se ti riconosci in queste situazioni, sappi che non sei solo.
Oggi, con l’aiuto della dott.ssa Maria Dea Montanini, scoprirai cos'è il body shaming, cosa provoca e quali strumenti concreti hai a disposizione per affrontarlo e costruire un rapporto più sano con te stesso.
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Cos’è il body shaming e come capire se lo stai subendo?
Il body shaming è un fenomeno complesso e subdolo che va ben oltre gli insulti espliciti. Si manifesta anche attraverso commenti, allusioni, sguardi critici e pressioni sociali, spesso velate da una presunta preoccupazione o battuta innocente.
Potrebbe essere la frase di un parente durante un pranzo di famiglia ("hai messo su qualche chilo?"), il consiglio non richiesto di un amico su come vestirti ("stai meglio con questi vestiti, ti snelliscono") o lo sguardo di un estraneo che ti fa sentire a disagio.
Questi comportamenti, anche se apparentemente banali, possono lasciare una ferita profonda. L'impatto di queste esperienze può essere duraturo e portarti a dubitare di te stesso.
Forme più comuni di body shaming
Il body shaming si manifesta in molteplici modi, alcuni più evidenti di altri. Le forme dirette includono prese in giro, battute, paragoni sgradevoli e insulti espliciti.
Pensa a frasi come: "sei troppo magro per essere un uomo" o "hai la pancia, non dovresti mangiare così tanto".
Ma esiste anche il body shaming non verbale, che è altrettanto dannoso. Si manifesta con sguardi, gesti e atteggiamenti di esclusione che ti fanno sentire invisibile o sbagliato.
Come i social media influenzano la percezione del corpo?
Viviamo in un mondo in cui siamo costantemente bombardati da immagini di corpi perfetti e idealizzati sui social media. Non si tratta solo di una semplice esposizione, ma di un fenomeno che ha un impatto profondo e misurabile sulla salute mentale, in particolare tra gli adolescenti.
La pressione estetica sui social è diventata un fattore di rischio significativo che alimenta il body shaming, l'ansia e i disturbi legati all'immagine di sé. Studi recenti hanno mostrato che gli adolescenti che usano i social media in modo intenso e compulsivo presentano un rischio più elevato di sviluppare problematiche psicologiche.
Una ricerca pubblicata sulla rivista medica JAMA ha evidenziato come l'uso compulsivo dello smartphone, più che il tempo di utilizzo in sé, sia correlato a un rischio da due a tre volte superiore di ideazione suicidaria o autolesionismo nei ragazzi di 14 anni.
Questo dimostra che non è tanto la quantità di tempo passata online a fare la differenza, quanto il modo in cui ci si relaziona con il mondo digitale, spesso guidato da meccanismi che generano dipendenza. Inoltre, il bombardamento di immagini filtrate e idealizzate porta inevitabilmente a un confronto sociale tossico.
La Royal Society of Public Health ha condotto un'indagine su 1.500 giovani di età compresa tra i 14 e i 24 anni, rilevando che Instagram è stata classificata come la piattaforma con il peggior impatto sull'autostima e sulla percezione del corpo. Il 70% degli intervistati si è dichiarato preoccupato per la propria immagine e ha ammesso di sentirsi non abbastanza rispetto ai modelli proposti online.
Questo confronto costante può erodere il senso di autostima, specialmente in un'età in cui l'identità è ancora in formazione. Il body shaming sui social, sotto forma di cyberbullismo o di commenti negativi, non fa che amplificare questo disagio, spingendo molti adolescenti a ritirarsi socialmente e a nascondere il proprio corpo.

Perché colpisce soprattutto adolescenti e giovani adulti?
Come già illustrato poco fa, gli adolescenti e i giovani adulti sono particolarmente vulnerabili al body shaming. Durante questa fase della vita, l'identità corporea è ancora in formazione e molto fragile, rendendo le persone più sensibili ai giudizi esterni.
La pressione del gruppo dei pari, della famiglia, della scuola e, in misura sempre maggiore, dei social media, gioca un ruolo cruciale. L'esposizione al body shaming in questa fascia d'età aumenta notevolmente il rischio di insicurezza fisica e di problematiche legate all'immagine di sé.
Quali sono le conseguenze psicologiche del body shaming
Quando subisci body shaming, le ferite non sono visibili, ma il dolore che provi è reale e ha una radice concreta. Non stai esagerando, e non è un problema che esiste solo nella tua testa. Le conseguenze possono essere molteplici: insicurezza, ansia, ritiro sociale, rabbia, senso di colpa e pensieri negativi ricorrenti.
Tutte queste emozioni possono avere ripercussioni profonde e durature sulla tua vita, arrivando persino a manifestarsi come body shaming interiorizzato. È fondamentale capire che esiste una connessione tra le esperienze negative che hai vissuto e come ti senti ora riguardo alla tua immagine corporea.
Come danneggia l’autostima?
Il body shaming corrode il tuo valore personale giorno dopo giorno. Le critiche esterne e il giudizio costante si trasformano in un senso di vergogna e inadeguatezza che può diventare cronico.
Questo processo può minare profondamente la tua autostima, portandoti a credere che il tuo valore come persona dipenda esclusivamente dal tuo aspetto fisico e modificarlo diventa l’unica arma a tua disposizione, e il prezzo per raggiungere la perfezione si alza sempre di più.
Può causare ansia o disturbi alimentari?
È importante sottolineare che il body shaming non causa direttamente i disturbi alimentari, ma può aumentare significativamente il rischio di svilupparli o di cadere in comportamenti disfunzionali. La pressione estetica e i commenti negativi possono portare a un'ossessione per la forma fisica, ad un ipercontrollo del corpo e al ritiro sociale, il tutto peggiorato dall’esposizione ai social.
Infatti, ricerche scientifiche indicano che l'anoressia nervosa ha un esordio che si colloca spesso tra i 10 e i 14 anni, un periodo della vita in cui l'esposizione ai social media è massiccia e i contenuti legati a fitness, diete estreme e fit influencer senza competenze specifiche sono sempre più diffusi.
La ricerca di approvazione sociale attraverso i mi piace e i commenti alimenta un'ossessione per l'aspetto fisico, creando un circolo vizioso difficile da spezzare. La pressione sociale, l'ansia sociale e il disagio corporeo che ne derivano possono spingerti all'isolamento, per paura di essere giudicato nuovamente.
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Cos’è il body shaming interiorizzato?
Dopo aver subito tanti commenti negativi, può succedere che la voce degli altri si insinui nella tua mente e diventi la tua. Questo fenomeno è noto come body shaming interiorizzato, ed è il risultato di un dialogo interiore negativo e costante che ti porta a giudicarti senza sosta. Non sono più gli altri a dirti che c'è qualcosa che non va, ma sei tu stesso a pensarlo, arrivando a provare un senso di odio verso il tuo corpo.
Come rispondere a chi ti fa body shaming?
Quando subisci body shaming, è fondamentale sapere che non sei impotente. Esistono strumenti concreti, semplici e realistici per proteggerti, senza dover per forza litigare o subire passivamente. Il segreto sta nel concetto di assertività, che ti permette di scegliere consapevolmente come rispondere, a seconda della situazione. Non devi subire ogni attacco: puoi parlare, ignorare o porre dei limiti. È importante uscire dalla sensazione di impotenza e sapere che il tuo corpo ha un valore e tu hai il diritto di difenderlo dalle parole altrui.
Cosa dire per difenderti in modo assertivo?
L'assertività è la capacità di esprimere i tuoi bisogni e sentimenti senza essere aggressivo, ma con fermezza. Invece di attaccare, puoi usare frasi pratiche che ti aiutino a stabilire un confine chiaro, come: "Non accetto che tu parli così del mio corpo" o "Questo commento mi ferisce, ti chiedo di smettere". In questo modo, comunichi il tuo confine senza entrare in un conflitto.
Come proteggerti da commenti tossici?
Talvolta, i commenti tossici possono arrivare anche da amici o familiari, rendendo la situazione ancora più difficile. È importante che tu ti conceda il diritto di porre limiti e di allontanarti da chi ti ferisce. La tua protezione emotiva è un diritto, e stabilire limiti relazionali è un atto di autodifesa psicologica necessario per la tua salute mentale.
Quando è meglio ignorare?
Non tutti gli attacchi meritano una risposta. In alcuni casi, ignorare può essere una forma di forza, non di debolezza. Scegliere di non dare importanza a un commento tossico è una decisione consapevole che ti permette di preservare la tua energia e la tua serenità, senza farti sentire vulnerabile.
Come rafforzare l’autostima e sviluppare body positivity
Dopo aver imparato a difenderti, il passo successivo è ricostruire un rapporto più sano e gentile con il tuo corpo. L'autostima corporea può essere allenata, e la body positivity non significa che devi piacerti sempre, ma che puoi costruire una relazione più compassionevole con te stesso.
Non servono slogan superficiali, ma autenticità, per farti sentire capace di agire e di iniziare un percorso di consapevolezza e accettazione. Inizia con una parola positiva al mattino, guardandoti allo specchio appena sveglia/o. Inoltre, i social possono essere anche un ottimo strumento, se usato nella maniera corretta.
Esistono, fortunatamente, moltissimi profili di attivisti e attiviste che si battono ogni giorno per combattere i giudizi e portare avanti battaglie sulla body positivity. Inizia smettendo di seguire tutte quelle pagine che alimentano la tua insicurezza e riempi il tuo feed di contenuti positivi e non giudicanti!
Tecniche psicologiche di accettazione corporea
L'accettazione corporea è un percorso profondo, non un semplice atto di rassegnazione. Non significa dover amare ogni parte del proprio corpo in ogni istante, ma piuttosto imparare a guardarlo senza giudizio, con gentilezza e rispetto.
Questo processo si basa su diverse tecniche psicologiche che mirano a sostituire il dialogo interiore critico con un atteggiamento più compassionevole.
Un primo passo è praticare l'accettazione radicale, un concetto che invita a riconoscere la realtà della situazione senza cercare di cambiarla o giudicarla. Il tuo corpo è come è, con tutte le sue imperfezioni, e l'accettazione radicale ti permette di riconoscerlo senza doverlo per forza aggiustare. L'obiettivo è smettere di combattere una guerra persa contro il tuo aspetto e imparare a convivere con esso in modo pacifico.
Un'altra tecnica fondamentale è il dialogo interiore gentile. Troppo spesso, il nostro monologo interno è severo e crudele, alimentato dal body shaming interiorizzato. Per invertire questa tendenza, prova a rivolgerti a te stesso come faresti con un amico che sta soffrendo: con empatia e comprensione.
La terapia non è per quando sei "a pezzi", ma per quando decidi di volerti bene. Investi nella relazione più importante: quella con te stesso
Invece di pensare "Sono grasso e disgustoso", puoi riformulare il pensiero in "Oggi mi sento a disagio con il mio corpo, ma so che merito rispetto e gentilezza". La normalizzazione della diversità corporea è un'ulteriore risorsa. Il mondo è pieno di corpi diversi, e la perfezione che vediamo sui media è spesso un'illusione.
Normalizzare la diversità significa riconoscere che non esiste un solo tipo di bellezza, e che ogni corpo ha un valore intrinseco. Più ti esponi a rappresentazioni realistiche e variegate della bellezza, meno i modelli irrealistici avranno presa su di te. Un esercizio pratico e potente è quello di osservarti allo specchio senza commentare.
Questo ti permette di disattivare il giudizio e di connetterti con il tuo corpo in modo neutro. Non serve cercare i difetti, né lodare i pregi. Semplicemente, osserva il tuo corpo come faresti con un'opera d'arte, notando forme, linee e colori senza attribuire a essi un valore morale. Questo esercizio aiuta a comprendere che la trasformazione inizia da un cambiamento di atteggiamento mentale, e non da un cambiamento fisico.

Frasi motivazionali e affermazioni positive
Le parole che usiamo hanno un'enorme influenza sul nostro pensiero, e le affermazioni positive sono uno strumento potente per ristrutturare il dialogo interiore. Non si tratta di ripetere slogan vuoti, ma di scegliere frasi che risuonano con te e che ti permettono di avere frasi concrete da usare nei momenti di difficoltà. È importante che le affermazioni siano empatiche e credibili.
Invece di forzarti a dire "Amo ogni parte del mio corpo", prova con "Sono in un percorso per accettare il mio corpo" o "Oggi voglio trattare il mio corpo con gentilezza". Queste frasi sono più realistiche e ti aiutano a costruire un rapporto sano, senza la pressione di dover fingere di essere perfetto.
Puoi usare frasi che affermano il tuo valore al di là dell'aspetto fisico, come:
- "Il mio corpo merita rispetto, indipendentemente dalla sua forma o taglia"
- "Non sono definito dal mio aspetto, ma dal mio valore interiore”
- "Il mio corpo è uno strumento, non un ornamento”
- "Oggi scelgo di essere gentile con me stesso e con il mio corpo."
Per renderle ancora più efficaci, prova a ripeterle ogni giorno, a scriverle su un post it da attaccare sullo specchio o a ripeterle mentalmente nei momenti di insicurezza.
Questo processo aiuta a rinforzare nuovi pensieri più gentili verso te stesso e a creare uno scudo contro il body shaming, sia interno che esterno, ma soprattutto a superare le preoccupazioni sull’immagine del proprio corpo che, nel lungo periodo, possono portare al dismorfismo corporeo o DDC.
Esercizi pratici per il corpo e la mente
Ecco tre esercizi pratici e semplici per migliorare il legame tra corpo e mente:
- grounding corporeo: ascolta le sensazioni del tuo corpo nel momento presente, come il contatto dei piedi con il pavimento o il respiro che si muove dentro di te
- diario di gratitudine corporea: scrivi ogni giorno almeno una cosa che apprezzi del tuo corpo, anche la più piccola
- esposizione allo specchio: guardati in silenzio, senza giudizio, per riconnetterti con te stesso.
Questi esercizi non devono funzionare subito, ma sono un modo per sentirti attivo nel tuo cambiamento e non solo spettatore.
Quando è il momento giusto per chiedere aiuto a uno psicologo?
Chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un atto di coraggio e responsabilità verso te stesso. A volte, non si riesce a cambiare da soli, e la psicoterapia può essere una risorsa concreta e accessibile. Non devi essere a pezzi per chiedere aiuto, a volte basta il desiderio di prendersi cura di sé e di superare un disagio che è diventato insostenibile.
Segnali da non ignorare
Ecco alcuni segnali comuni che indicano una sofferenza da approfondire e che possono spingerti a chiedere aiuto:
- pensieri ossessivi sull’aspetto
- rifiuto sociale e isolamento
- crisi emotive dopo commenti sul corpo
- alimentazione disfunzionale.
Se riconosci uno o più di questi segnali, potrebbe essere il momento di rivolgerti a uno psicologo.
Come può aiutarti la psicoterapia
Uno psicologo non ti dà consigli o soluzioni immediate, ma ti aiuta in un percorso concreto. Attraverso l'ascolto, la ristrutturazione del dialogo interno negativo e la gestione delle emozioni, lo psicologo può aiutarti a rafforzare la tua identità corporea e a costruire una relazione più sana con te stesso.
Chiedere aiuto è un atto di forza?
Chiedere aiuto è un atto di coraggio che normalizza l'idea di iniziare un percorso per prenderti cura di te. Superare il senso di vergogna e trovare il coraggio di iniziare è il primo passo verso la forza emotiva. Ricorda, non sei solo in questo percorso.
Come iniziare un percorso di libertà dal giudizio?
Spesso, l'idea di cambiare il proprio rapporto con il corpo può sembrare un'impresa impossibile. Ti viene da pensare che devi aspettare di stare peggio per meritare un aiuto, o che il cambiamento debba essere drastico e immediato. Niente di più sbagliato.
La verità è che non c'è bisogno di aspettare di toccare il fondo per iniziare un percorso di guarigione. Il cambiamento inizia con una singola decisione: la scelta di trattare te stesso con la gentilezza e il rispetto che meriti.
Questo articolo vuole essere esattamente questo: una spinta motivazionale, un punto di partenza che ti ricordi che il tuo corpo non è il problema, ma il luogo in cui vivi, la casa che merita di essere trattata con cura e rispetto. Il percorso verso l'accettazione non è una linea retta, ma un sentiero tortuoso, fatto di alti e bassi.
Ci saranno giorni in cui ti sentirai forte e in pace, e altri in cui il vecchio dialogo interiore critico tornerà a farsi sentire. L'importante è non arrendersi, ma imparare a tornare a un atteggiamento di gentilezza e autocompassione. Questo percorso richiede impegno e pazienza, ma è assolutamente possibile.
La libertà dal giudizio inizia con un passo, una scelta consapevole di iniziare a costruire un rapporto sano e gentile con te stesso. Fai quel primo passo, che sia un piccolo esercizio di consapevolezza, una frase gentile che ti ripeti, o la decisione di cercare aiuto da un professionista. Inizia oggi a trattarti con la stessa dignità e cura che riserveresti a una persona che ami. Perché quella persona sei tu.
Domande frequenti sul Body Shaming
Quanti tipi di body shaming esistono e come riconoscerli?
Il body shaming può essere diretto (insulti, prese in giro), indiretto (commenti “per scherzo”), sui social e interiorizzato. Tutte le forme minano autostima e benessere psicologico.
Che cos’è il fat shaming e perché può danneggiare l’autostima?
Il fat shaming è una forma di body shaming che colpisce chi ha un corpo considerato “fuori dagli standard”. Genera vergogna, insicurezza e può aumentare il rischio di ansia o disturbi alimentari.
Chi sono più spesso le vittime di body shaming?
Le vittime più frequenti sono adolescenti e giovani adulti, ma anche donne e uomini di ogni età possono subirlo, soprattutto in contesti sociali o online.
Quando il body shaming diventa reato secondo la legge italiana?
Il body shaming diventa reato quando integra diffamazione, molestie, discriminazione o cyberbullismo. In questi casi è possibile sporgere denuncia.
Qual è la differenza tra body shaming e bullismo?
Il bullismo è un comportamento aggressivo ripetuto nel tempo, mentre il body shaming si concentra specificamente sull’aspetto fisico. Spesso, i due fenomeni si sovrappongono.
Il body shaming può portare a depressione o disturbi alimentari gravi?
Sì, il body shaming aumenta il rischio di depressione, ansia e disturbi alimentari, soprattutto nei giovani. Un supporto psicologico può prevenire conseguenze gravi.
In che modo la psicoterapia può aiutare chi subisce body shaming?
La psicoterapia aiuta a ricostruire l’autostima, gestire emozioni dolorose e sviluppare un rapporto più sano con il proprio corpo. È un percorso di cura e consapevolezza.
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