Ogni coppia vive un percorso che si snoda in fasi e con il tempo nella relazione di coppia, arrivano i primi silenzi pesanti, le incomprensioni sempre uguali, i litigi che si ripetono come un copione. Se ti è capitato di pensare “forse l’amore non basta più”, sappi che non sei solo: molte coppie attraversano queste difficoltà. La verità è che ogni relazione segue delle tappe evolutive ricorrenti, sei fasi che non sono rigide né lineari ma assomigliano a una mappa. La maggior parte delle coppie si ferma alla terza fase, quella più delicata, in cui l’incanto iniziale lascia spazio alle differenze e ai conflitti. La dottoressa Montanini ci fornisce una guida chiara sulle sei fasi della relazione di coppia, i motivi per cui ci si blocca spesso alla terza e soprattutto gli strumenti pratici per attraversarla e arrivare a costruire una relazione matura, stabile e generativa.

Non aspettare che le cose peggiorino: uno psicologo può darci gli strumenti per affrontare i problemi prima che diventino muri.

Le sei fasi di una relazione di coppia

Riconoscere le sei fasi aiuta a orientarsi e a capire che quello che si vive non è un fallimento, ma parte di un cammino, così come possiamo leggere nel “The effect of adult attachment on conflict resolution styles in couples relationship” da cui si evince che non sono tappe obbligatorie, né che avvengano sempre nello stesso ordine: a volte si torna indietro, altre si avanza più velocemente.

Fase 1 - Infatuazione e idealizzazione

All’inizio tutto sembra magico, l’altro diventa il centro dei nostri pensieri, ogni dettaglio ci affascina e la vita sembra più leggera. È il periodo delle emozioni forti e della fusione, in cui si tende a pensare di essere uguali in tutto. È una fase dolce e necessaria, ma anche fragile, perché può portare a illusioni e decisioni troppo rapide.

Rischi comuni: prendere decisioni affrettate (convivenza, progetti importanti) o confondere la chimica con la compatibilità reale.

Attenzione a…

  • Idealizzare l’altro e illudersi che sia perfetto
  • Bruciare tappe importanti.

Ancore protettive

  • Mantenere curiosità: conoscere davvero l’altro, anche nei lati meno scintillanti
  • Procedere a un ritmo sostenibile, senza forzare. Ricorda: l’incanto è normale, ma va integrato con una conoscenza più profonda.

Fase 2 – Differenziazione e confini personali

Con il passare del tempo, la quotidianità riporta i piedi per terra. Le differenze emergono, a volte in modo spiazzante e, senza neanche accorgercene, gusti, abitudini, tempi e bisogni non coincidono più perfettamente. È il momento in cui la coppia impara che stabilire confini non significa allontanarsi, ma rafforzare il rispetto reciproco. Uno vuole passare il weekend con gli amici, l’altro preferisce restare a casa.

C’è chi ama programmare ogni dettaglio, e chi vive di improvvisazioni. Se non gestite, queste differenze diventano terreno di conflitto, ma se accolte possono trasformarsi in risorsa. È importante comprendere che essere diversi non significa essere incompatibili! 

Esempio pratico: dire “ti voglio bene e oggi ho bisogno di tempo per me” non equivale a rifiutare l’altro, ma a proteggere il legame.

Fase 3 – Disillusione e lotta di potere

Questa è forse la fase più impegnativa. Le aspettative si scontrano con la realtà, le fragilità personali diventano più visibili e il legame sembra vacillare. In molti si chiedono se l’amore basti davvero o se le differenze siano troppo grandi. È il momento delle incomprensioni cicliche, dei tentativi di cambiare l’altro, dei silenzi carichi o dei litigi che si ripetono.

Entrano in gioco le vulnerabilità personali e i modelli di attaccamento (paura dell’abbandono o paura dell’invasione). Inoltre, lo stress esterno non fa altro che amplificare i contrasti.

Schema tipico:

  • Innesco “Non mi hai richiamato.”
  • Reazione “Esageri sempre.”
  • Escalation rabbia, silenzio, distanza.

Questa fase non è una condanna: è un passaggio evolutivo. Con strumenti adeguati e se la relazione è abbastanza solida, si può superare.

Fase 4 – Stabilità e negoziazione matura

Se la coppia riesce a superare la fase della disillusione, scopre una nuova possibilità: costruire una relazione più stabile e consapevole. Qui non si tratta più di vincere o perdere, ma di negoziare e trovare compromessi realistici. La coppia comincia a funzionare come squadra, in cui entrambi sanno di avere bisogni e limiti ma anche la volontà di cercare soluzioni.

Segnali che sei in fase 4:

  • I litigi ci sono, ma non degenerano sempre
  • I compromessi sembrano win–win, non c’è una parte che vince sull’altra
  • Dopo un conflitto, il recupero è rapido.

È la prova che esiste un “dopo” alla crisi e così la coppia diventa più solida.

Fase 5 – Intimità adulta e impegno consapevole

Dopo aver superato crisi e compromessi, arriva la fase in cui la coppia può mostrarsi per quello che è davvero: due persone diverse, ma unite da una scelta quotidiana. L’intimità adulta non è fatta di grandi dichiarazioni, ma di gesti piccoli e continui che creano fiducia e sicurezza emotiva.

Esempi quotidiani: chiedere scusa senza difendersi, condividere paure e desideri, prendersi cura con gesti semplici e costanti. Riassumendo: “Ti scelgo oggi, nonostante le nostre differenze.”

Fase 6 – Progetto comune e generatività

La relazione non si ferma al benessere della coppia e quando la fiducia è solida, nasce il desiderio di guardare oltre. Il progetto comune non riguarda solo i figli, ma anche attività creative, impegno sociale o semplicemente routine significative condivise. È la fase in cui ci si percepisce come una vera squadra che contribuisce a qualcosa di più grande.

Un esercizio utile: creare un “Documento di Visione di Coppia” con tre valori, tre priorità e tre scelte condivise. La relazione non è più solo un legame a due, ma un motore che genera valore anche fuori.

le sei fasi di una relazione di coppia

Perché molte coppie si fermano alla terza fase

La fase della disillusione è un crocevia dove o ci si blocca, o si cresce. Tre fattori la rendono così complessa:

Trigger individuali: attaccamento e copioni familiari

Ciascuno porta nella relazione paure e abitudini apprese

  • Ansioso: teme l’abbandono, insegue quando si accorge che l’altro si ritira
  • Evitante: teme l’invasione, si ritira di fronte all’avvicinarsi del partner Esempio: “Io ti cerco, tu ti allontani, io rincorro di più, tu fuggi ancora.”

Riconoscere questi automatismi aiuta a comprendere cosa si cela dietro ai nostri comportamenti e a rispondere in modo nuovo.

Dinamiche relazionali disfunzionali: difese, escalation e ritiro

La coppia può cadere nei “quattro cavalieri” descritti da John Gottman: critica, disprezzo, difesa e ostruzionismo.

Schema tipico:
Azione → Reazione → Effetto → Rafforzamento del ciclo.

Esempio: “Spendi troppo” → “Non capisci niente di soldi” → distanza → nuovi litigi.

 Interrompere il ciclo è possibile trovando un linguaggio comune ad entrambi, come ad esempio pause concordate, parole di disinnesco e gesti di validazione.

Fattori di contesto: stress, transizioni e mancanza di modelli

Lavoro, figli, poco tempo da dedicare a sé stessi, precarietà economica, trasferimenti: il contesto aumenta l’attrito e riduce la pazienza.

Esercizio: mappa tre stressor che attualmente gravano sulla coppia e scegli una strategia protettiva per ciascuno.

Strumenti pratici per attraversare la terza fase

La teoria non basta, servono pratiche quotidiane per superare le crisi in maniera efficace. Di seguito alcuni strumenti di coppia utili per lavorare costruttivamente sulle problematiche da affrontare.

Regolazione emotiva e pause consapevoli

  • Prima del litigio: riconosci segnali fisici di attivazione (calore, voce che sale, tachicardia)
  • Durante: proponi una pausa o un timeout (“Riprendiamo alle 18”), fai dei respiri controllati, annotati su un foglio il punto da cui ripartire con il dialogo
  • Dopo: ritorna al confronto riassumendo ciò che hai capito (“Torno e ti ascolto dall’inizio”).

Comunicazione non difensiva e ascolto attivo

Formula XYZ: “Quando X accade, io mi sento Y e avrei bisogno di Z.”

Esempi:

  • Evita: “Tu sei sempre disattento.” ma prova con: “Quando non mi richiami, mi sento trascurato e avrei bisogno di una risposta entro la giornata.”

Oppure:

  • Evita: “Spendi troppi soldi.” e, in alternativa, :” La nostra situazione economica non è ottimale, e quando spendi soldi per cose superflue mi sento l’unica a rendermi conto delle circostanze e avrei bisogno che ne parlassimo insieme”.

Cosa sono i contratti relazionali e la negoziazione dei confini

Un altro elemento importante riguarda l’essere d’accordo su temi sensibili come gli ex o le proprie famiglie di origine, il tempo da condividere, la privacy digitale, o ancora la gestione delle gelosie. Una revisione periodica degli accordi presi riguardo a queste tematiche potrebbe risultare molto utile. Di seguito una tabella che può fungere da canovaccio per affrontare e rivedere le rispettive posizioni.

Tabella utile:

Tema

Regola

Perché

Revisione

Smartphone a tavola

No durante i pasti

Favorire dialogo

ogni 2 mesi

Weekend

Uno in famiglia, uno tra amici

Equilibrio

ogni 3 mesi

Riparazione dopo il conflitto (rupture and repair)

Per mantenere un dialogo consapevole e un rapporto sano, è fondamentale ristabilire le sicurezze dopo l’urto, così da non perdere la fiducia reciproca ed essere sempre certi che la riconciliazione è possibile.

Passi: riconoscere la rottura🡪 scuse efficaci 🡪 impegno specifico🡪 gesto riparativo 🡪 rituale di pace.

Esempio di scusa efficace:
“Ieri ho alzato la voce e questo ti ha fatto sentire svalutato. La prossima volta userò una pausa. Stasera cucino io, così ritroviamo la calma.”

Coltivare le fasi 4–6 nella vita quotidiana

Una relazione non si mantiene da sola: va nutrita con pratiche semplici che aiutino a mantenere stabilità, intimità e progettualità nel tempo.

Routine di connessione e rituali di coppia

I piccoli gesti fanno la differenza:

  • Un check-in quotidiano, per capire cosa è andato bene e cosa no (Oggi mi ha fatto bene quando…)
  • Una serata “noi” ogni settimana
  • Frasi e/o pratiche di gratitudine.

Questi momenti non devono essere perfetti né costosi, ma costanti e ripetuti nel tempo per mantenere il calore della coppia.

Allineamento di valori e visione

Scrivete insieme i tre valori più importanti e una visione annuale: questo riduce conflitti e dà direzione. Non serve essere sempre d’accordo, basta avere un orientamento comune che guidi le decisioni. Si può utilizzare un foglio di lavoro con delle domande guida (Cosa conta per noi? Che scelte lo riflettono? Cosa togliamo?).

Manutenzione periodica

Come già spiegato in precedenza, è importante fare un check ogni mese sulle tematiche importanti nella coppia. Se necessario, si può calendarizzare come un evento fisso a cui partecipare insieme con costanza.

  • Cosa è andato bene
  • Cosa no
  • Una regola da rivedere
  • Un gesto di cura da introdurre.

le sei fasi di una relazione di coppia

Segnali di rischio e quando chiedere aiuto

Non tutte le crisi si possono affrontare da soli. Alcune sono fisiologiche all’evoluzione della coppia, altre sono sintomo di problematiche più importanti che vanno fronteggiate per dare priorità alla propria sicurezza.

Campanelli d’allarme: violenza, umiliazioni, gaslighting

Ci sono situazioni in cui non si parla più di crisi evolutiva, ma di rischio concreto di love bombing. Sono segnali chiari. Se nella tua relazione esistono:

  • Violenza fisica o psicologica
  • Umiliazioni e gaslighting
  • Controllo economico o isolamento,

allora la tua sicurezza viene prima della relazione ed è importante che tu ti rivolga subito a persone di fiducia o a centri specializzati antiviolenza.

Come scegliere un professionista

Puoi rivolgerti a un consulente o a un terapeuta. La prima figura può essere utile per un primo step, necessario per capire in che direzione portare la coppia. La seconda, come dice la parola stessa, ha la funzione di trovare una terapia, e quindi una cura, ove possibile, alle problematiche affrontate.

Alcune domande utili per capire qual è il professionista più adatto:

  1. Qual è il suo approccio?
  2. Ha esperienza con le coppie?
  3. Come si definiscono gli obiettivi?
  4. Come si misurano i progressi?
  5. Quali tempi e frequenza prevede?

La qualità del legame si costruisce con piccoli gesti ripetuti.

Le relazioni seguono un percorso fatto di fasi: dall’incanto iniziale alle differenze, dalla crisi alla maturità. La fase 3 è la più dura, ma non è una condanna: è un passaggio che, se attraversato, apre la strada a stabilità, intimità e progetto comune.

Il primo passo? Scegli oggi una micro-azione concreta: fissare un check-in, scrivere un piccolo contratto di coppia, provare la formula XYZ su un tema semplice.

A volte serve uno sguardo esterno per ritrovare l’equilibrio. Prova a valutare un supporto psicologico professionale

Non serve la perfezione: serve scegliere ogni giorno di crescere insieme.

FAQ sulle fasi della relazione di coppia

Quali sono le fasi di una relazione di coppia?

Le fasi sono sei: 1) infatuazione e idealizzazione; 2) differenziazione e confini personali; 3) disillusione e lotta di potere; 4) cooperazione e fiducia; 5) intimità adulta e impegno consapevole; 6) progetto comune e generatività. Conoscere il ciclo di vita della coppia aiuta a normalizzare crisi e riassestamenti, evitando scelte impulsive e puntando a una relazione matura.

Perché molte coppie entrano in crisi e si separano?

Molte si “bloccano” alla terza fase (disillusione): emergono differenze, bisogni in conflitto e stili di attaccamento che innescano inseguimento/ritiro. Senza strumenti di comunicazione, negoziazione di confini e riparazione del conflitto, l’escalation logora la fiducia. Lavorare su ascolto attivo, tempi di regolazione emotiva e accordi chiari riduce il rischio di rottura.

In quale fase della relazione compaiono i primi litigi seri?

I litigi si intensificano tra fase 2 (differenziazione) e fase 3 (disillusione), quando si passa dall’incanto alla quotidianità e i confini personali entrano in attrito. È fisiologico: il punto non è “non litigare”, ma imparare a gestire il conflitto senza colpevolizzazioni.

Come superare la fase della disillusione in una relazione?

Serve passare dalla lotta di potere alla cooperazione: nominare i bisogni, usare la formula XYZ (“Quando X accade, io mi sento Y e ho bisogno di Z”), prendersi pause di regolazione, tornare al dialogo con un riassunto empatico e cercare compromessi win–win. La riparazione dopo il conflitto è il fattore che traghetta verso fiducia e intimità.

Cosa significa quando l’infatuazione iniziale finisce?

È il passaggio naturale dall’idealizzazione alla conoscenza reale dell’altro. Non è “fine dell’amore”, ma inizio dell’amore adulto: rallentare le decisioni, esplorare valori e abitudini, accettare che la compatibilità si costruisce.

Come gestire le differenze e i conflitti in una coppia?

Stabilisci confini chiari (“cosa è ok/cosa non è ok”), usa messaggi in prima persona, evita generalizzazioni (“sempre/mai”), definisci un tempo per il confronto e uno per la pausa, chiudi con un accordo concreto e verificabile.

Cosa sono gli “stili di attaccamento” e come influenzano la coppia?

Ansioso (teme l’abbandono, insegue), evitante (teme l’invasione, si ritira), sicuro (tollera vicinanza e distanza). Le combinazioni ansioso–evitante alimentano il ciclo inseguo/evito. La consapevolezza riduce reattività e favorisce scelte più sicure.

Come smettere di litigare sempre per le stesse cose?

Individua il tema ricorrente (denaro, tempo, famiglia), separa il fatto dall’interpretazione, riformula con XYZ, concorda micro-cambiamenti e un check settimanale. Se il loop persiste, serve rinegoziare il “contratto relazionale”.

Quali sono i segnali di una relazione sana e stabile?

Conflitti gestiti senza umiliazioni, riparazioni rapide, confini rispettati, decisioni condivise, intimità emotiva e fisica, progetto comune flessibile. La coppia “si sceglie” nel quotidiano con gesti affidabili.

Come ricostruire l’intimità dopo un periodo di crisi?

Ritmi lenti, dialogo guidato, momenti di connessione intenzionale (tempo senza schermi, rituali di contatto), scuse chiare e riparazioni comportamentali, mappa dei trigger e dei segnali di sovraccarico.

Cosa si intende per “progetto di coppia”?

Una visione condivisa che orienta scelte e priorità (valori, finanze, famiglia, tempo, carriera). Utile creare un Documento di Visione di Coppia con 3 valori guida, obiettivi annuali e criteri di decisione.

Come comunicare in modo efficace con il proprio partner?

Parla in prima persona, resta sul presente, fai domande di chiarimento, valida l’emozione dell’altro, riassumi prima di proporre soluzioni. Alterna “tempo di espressione” e “tempo di ascolto”.

Cosa sono i “contratti relazionali” e a cosa servono?

Accordi espliciti su temi sensibili (spese, gestione casa, suoceri, tempo libero, sessualità). Riducendo ambiguità e aspettative implicite, prevengono conflitti e facilitano la cooperazione.

Come fare pace dopo un litigio in modo costruttivo?

Pausa di decompressione, riconoscimento del proprio contributo, scuse specifiche, riparazione comportamentale, accordo operativo (“da domani faccio X”) e verifica a distanza di pochi giorni.

Quali sono i campanelli d’allarme di una relazione tossica?

Violenza fisica o psicologica, umiliazioni, gaslighting, controllo economico, isolamento sociale. Qui non parliamo di “crisi evolutiva” ma di pericoli: priorità alla sicurezza personale e richiesta di aiuto qualificato.

Quando è il momento di chiedere aiuto a un terapista di coppia?

Quando i conflitti si ripetono senza soluzione, la comunicazione è bloccata, la fiducia è erosa, compaiono ritiro prolungato o minacce, o servono strumenti per transizioni (figli, traslochi, perdita). Agire presto rende il lavoro più efficace.

Come distinguere una crisi fisiologica da un problema serio?

La crisi fisiologica è circoscritta, alterna tensione e ripresa, lascia spazio alla cura reciproca. Il problema serio è cronico, cresce in intensità, coinvolge disprezzo, paura, controllo o violenza.

Come mantenere viva la connessione nella routine quotidiana?

Rituali brevi ma costanti (check-in serale, gratitudine, appuntamenti programmati), micro-gesti di cura, linguaggi dell’amore allineati, limiti chiari al lavoro e agli schermi.

Come rinegoziare le regole di coppia quando cambiano le esigenze?

Fate un punto trimestrale: identificate cosa tenere/cambiare/togliere, valutate l’impatto sulle priorità comuni, definite un esperimento di 2–4 settimane e una data di revisione.

Come scegliere lo psicologo o il terapeuta di coppia giusto?

Chiedi approccio, esperienza con coppie, come si definiscono obiettivi e metriche di progresso, tempi e frequenza degli incontri. Scegli chi vi fa sentire compresi e vi propone un piano chiaro e verificabile.

BIBLIOGRAFIA

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La crisi non è la fine: è il linguaggio con cui la relazione chiede di essere compresa.

Quando la relazione si blocca, un aiuto psicologico può offrire nuove chiavi di lettura per ripartire insieme.