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Mindfulness - Scienza o religione
- Psicologia e Territorio
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Quando nel 2003 Nanni Deambrogio fonda, insieme a un gruppo di psicologi, psicoterapeuti, counselor, ricercatori e formatori, il Mindfulness Project, la prima Associazione che si è dedicata alla diffusione della Mindfulness in Italia e in Europa, negli Stati Uniti erano più di 20 anni che questa pratica veniva proposta negli ospedali e in altre strutture riabilitative e rieducative.
Risale infatti al 1979 l'apertura del primo centro di Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) cioè una Clinica della Riduzione dello Stress rivolta inizialmente a fornire un'alternativa, non farmacologica, alle cure palliative finalizzate alla riduzione del dolore in pazienti malati. Grazie alla collaborazione con la scuola di Medicina dell'Università del Massachusets. Jon Kabat-Zinn, biologo molecolare laureato al MIT, inizia ad applicare i principi appresi nella sua formazione parallela nella pratica meditativa e Vipassana, anche negli ospedali, definendo così una nuova disciplina che coniuga i principi considerati spesso troppo astratti e lontani dalla quotidianità, delle pratiche buddhiste, con le esigenze dei pazienti.
Dopo essersi avvicinato alle pratiche meditative grazie all'incontro con l'insegnante zen Philip Kapleau, diventa allievo del maestro zen Thich Nhat Hanh e infine accede all'Insight Meditation Center, il primo centro in America ad aver portato gli insegnamenti buddhisti relativi alla meditazione, in un paese occidentale. Qui approfondisce le pratiche Vipassana, Zen e Yoga per poi avere un'intuizione circa la possibilità di applicarle nel campo medico e psicologico spogliandole però delle connotazioni religiose che tanto le avevano tenute lontane dalla cultura occidentale sin dagli anni Sessanta, periodo in cui giungono negli Stati Uniti, le prime ricerche sulle filosofie orientali.
Vipassana, Zen, Yoga: cosa sono, come sono diventate Mindfulness
Vipassana è la meditazione buddhista per eccellenza: questa forma di meditazione si basa su quattro fondamenti della consapevolezza: l'osservazione del corpo, delle sensazioni, della mente e degli oggetti mentali.
Quando uno stimolo giunge a uno dei nostri organi di senso, può creare sensazioni piacevoli o spiacevoli e sulla base di questo sviluppare atteggiamenti di ricerca di questi stimoli o rifiuto. Questi sono la causa della sofferenza poiché sviluppare un giudizio su ogni elemento con cui ci scontriamo ci porta a voler tenere tutto sotto controllo, perdendo quindi la possibilità di vivere il presente e di lasciarlo fluire liberamente.
La concentrazione profonda su ciò che ci succede in questo momento è alla base della meditazione vipassana.
Scopo ultimo di queste pratiche è raggiungere la comprensione di 3 caratteristiche universali: l'instabilità delle cose (anicca), l'imperfezione (dukkha) e l'evoluzione delle cose (anatta).
Zen è una filosofia buddhista in cui si privilegia l'immediatezza più che la riflessione prolungata e profonda. In questo si distingue dal Vipassana: secondo questa corrente, “pretendere di diventare un buddha restando in meditazione per lungo tempo è come pretendere di ottenere uno specchio a forza di lucidare una mattonella” (Maestro Zen Huai-jang).
Ciò che viene privilegiato è la capacità di insight cioè riuscire a vedere ciò che è sempre stato davanti ai nostri occhi ma di cui non ci siamo mai accorti, da cui deriva la distinzione tra la conoscenza convenzionale e quella assoluta: la prima è quella frutto di astrazioni e classificazioni tipiche dell'intelletto umano, la seconda invece si raggiunge semplicemente percependo la realtà in modo diretto, senza la mediazione del pensiero.
Yoga è una disciplina apparentemente molto conosciuta: in realtà ciò che attualmente viene proposto, a vario titolo, come pratica yoga si colloca nel Modern Yoga cioè una versione più fisica dello yoga tradizionale. Circa 150 anni fa la filosofia Yoga viene edulcorata dai principi su cui è sorta nel secondo Millennio avanti Cristo per divenire una pratica più diffusa, con finalità diverse da quelle originarie. Nei primi testi indiani Yoga significa disciplina ed è una pratica riservata a pochi sacerdoti, che mediante questa filosofia mirano a divenire asceti e uscire quindi dalle caste. Successivamente lo yoga dell'azione viene rivolto ai guerrieri e infine il Tantra yoga si rivolge a tutti indistintamente. La disciplina yoga originaria non prevedeva quasi nessuna pratica fisica ma privilegiava la meditazione e l'avvicinamento a uno stato di illuminazione. Il Modern Yoga è una pratica laica, estesa a tutti e orientata al benessere fisico che si traduce poi in un benessere mentale.
Mindfulness nasce proprio da una intuizione simile a quella avuta con il Modern Yoga: se le filosofie orientali sono considerate troppo lontane dal pensiero occidentale perché non tradurre i loro principi in attività che possano essere comprese e condivise dalla maggior parte delle persone? Perché non trasformare l'unione di corpo e mente in un mezzo per aiutare l'uno e l'altra a migliorarsi? Inoltre la formazione scientifica di Jon Kabat-Zinn ha permesso di incrementare la fiducia verso la Mindfulness poiché sono stati subito sviluppati studi che dimostrassero quanto la pratica avesse risvolti positivi sulla vita delle persone non solo in termini di percezione del benessere ma anche con concreti cambiamenti a livello cerebrale, cardiovascolare, muscolare...
Le evidenze scientifiche
Nel 1992 Richard Davidson, neuroscienziato fondatore del Healthy Minds Center, ha condotto uno studio sugli effetti della Mindfulness sul cervello e in particolare sulle aree deputate alla gestione delle emozioni positive e negative. Insieme a Jon Kabat-Zinn hanno chiesto ai dipendenti di una società di biotecnologie di prendere parte volontariamente a un percorso di MBRS di 8 settimane per poi valutare se e come questo avesse modificato non solo la manifestazione di emozioni positive e negative ma anche l'attivazione delle aree cerebrale corrispondenti.
Ciò che si sapeva fino a quel momento era che la corteccia frontale e prefrontale (la parte del cervello posta dietro la fronte) erano divise in due aree: il lato destro si attivava in presenza di emozioni difficili come la paura e la tristezza e tende quindi a portare a comportamenti di evitamento e rifiuto. Il lato sinistro invece era legato alle emozioni positive e quindi ai comportamenti di avvicinamento e prosociali. Si pensava che la relazione tra i due emisferi plasmasse il temperamento della persona e che queste caratteristiche fossero stabili e immutabili. La ricerca di Davidson e Kabat-Zinn ha invece dimostrato esattamente il contrario: misurando lo sviluppo delle due aree prima e dopo il corso di Mindfulness tenuto dai partecipanti all'esperimento, si è visto come l'emisfero sinistro fosse mediamente più attivo in situazioni emotivamente negative rispetto a prima, portando le persone a reagire con livelli di stress inferiori e privilegiando comportamenti proattivi e non di evitamento. Due le importanti scoperte connesse a questo studio: la prima riguardava la persistenza di questa modificazione cerebrale nel tempo; tornando a misurare i livelli di attivazione cerebrale a distanza di quattro mesi dall'esperimento si è registrato una sostanziale stabilità dei cambiamenti. La seconda scoperta ha riguardato invece la stretta connessione tra mente e corpo, come già ampiamente suggerito dai divulgatori delle pratiche mindfulness: non solo i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress, si abbassavano notevolmente in seguito all'apprendimento di questa disciplina sia in condizioni normali, sia sottoposti a vari stressor, ma anche il sistema immunitario si era dimostrato maggiormente attivo: sottoponendo infatti a una vaccinazione antinfluenzale gli stessi partecipanti alla ricerca, coloro che avevano partecipato al programma MBRS avevano mostrato una maggiore attivazione degli anticorpi e maggiore era stata l'alterazione dell'emisfero sinistro del cervello, maggiori erano i benefici che a livello immunitario la persona aveva avuto.
Questo è stato solo uno dei primi studi che hanno dimostrato come la Mindfulness non si configuri come un credo, una religione, difficilmente misurabile in termini di effetti e benefici psicologici e fisici, quanto invece come l'applicazione di valori e principi antichissimi ristrutturati a favore di una facile comprensione da parte di chiunque. Lo strettissimo legame tra corpo e mente, alla base di tutte le filosofie orientali, assume connotati scientifici che permettono di aderirvi senza riserve o dubbi poiché la Mindfulness fa dello studio empirico e della pratica strutturata, uno dei suoi più importanti fondamenti.
Bibliografia e sitografia:
- Kabat-Zinn J., La scienza della meditazione. Perchè la Mindfulness è così importante, Corbaccio, 2019
- Kabat-Zinn J., Guarire con la Mindfulness. Un nuovo modo di essere, Corbaccio, 2019
- Kabat-Zinn J., Risveglio. Praticare la Mindfulness nella vita quotidiana, Corbaccio, 2019
- Subioli P., Jon Kabat-Zinn in Zeninthecity.org
- Jon Kabat-Zinn - Libri, frasi, biografia e testi in italiano

Autrice
Dott.ssa Alice Garbin
Iscrizione albo: Albo A 26230 Lombardia
Psicologa criminologa e mediatrice familiare Airac