Il termine “borderline” non si riferisce semplicemente ad un disturbo psichiatrico ma anche ad un funzionamento mentale e relazionale e, nello specifico, si utilizza per definire soggetti la cui condizione psichica è posta sulla “linea di confine” tra la nevrosi (disturbi psichici che non alterano la percezione della realtà) e la psicosi (disturbi psichici che alterano la percezione della realtà).

“Instabilità” è la parola che maggiormente è in grado di spiegare il funzionamento della personalità borderline. Tra le caratteristiche di base, infatti, troviamo problemi nelle relazioni intime, mancanza di obiettivi concreti e ben definiti, patologie nella vita sessuale, forte aggressività, depressione e disregolazione nelle aree degli impulsi, degli affetti e dell’identità.

Il senso di onnipotenza, gli agiti impulsivi e il massiccio utilizzo di sistemi difensivi quali l’idealizzazione e la svalutazione nei confronti dell’altro creano un mix in grado di rendere estremamente caotiche e intense le relazioni.

Il costante ribaltamento dei ruoli all’interno della relazione (seduttore e persona sedotta, persecutore e vittima, salvatore e carnefice, genitore e bambino) alimenta la confusione e il disorientamento, sentimenti tipici del soggetto borderline.

Fattori di Rischio

La genesi del disturbo borderline coinvolge una serie di fattori ascrivibili agli aspetti biologici, psicologici e sociali.

Alcune persone, a causa di una predisposizione genetica, hanno una tendenza superiore rispetto alla norma a sviluppare disturbi di personalità di fronte a traumi e a condizioni di vita particolarmente stressanti. Infatti, soggetti con parenti di primo grado affetti da disturbo borderline hanno una probabilità 5 volte superiore alla norma di incorrere nello stesso disturbo.

Aldilà di una predisposizione genetica, ricoprono un ruolo fondamentale le modalità relazionali tipiche delle figure genitoriali durante i primi anni di vita del bambino. Un’infanzia caratterizzata da eventi stressanti, esperienze di abbandono, separazione dei genitori e alta conflittualità all’interno del nucleo familiare, perdita di un genitore e abusi fisici o sessuali rendono l’insorgenza del disturbo molto probabile.

Una situazione che spesso si verifica vede la madre alimentare, più o meno inonsciamente, la dipendenza del figlio fino alle fasi più avanzate della crescita, facendo intendere al bambino che un tentativo di emancipazione da parte sua corrisponderebbe ad un ritiro istantaneo e totale dell’affetto materno. Inoltre, all’interno della relazione possiamo riscontrare carenze significative da parte della madre nella disponibilità, nella sintonizzazione affettiva, nella capacità di dare contenimento, di moderare la tensione e di stabilire limiti.

Oltre ad una sistematica inversione di ruoli con il figlio, la figura materna risulta essere spesso intrusiva ed eccessivamente indulgente.

Il padre di figli borderline, invece, è fragile, dipendente, svalutato e incapace sia di dare contenimento sia di essere un modello positivo di identificazione.

Nei fattori sociali, invece, rientrano le caratteristiche tipiche della società moderna: confusione dell’età, dei generi e dei ruoli sociali, diffusione dell’identità, perdita dell’individualità e crisi dei valori permanenti e condivisi e delle regole.

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Sintomatologia

Depressione, paura di venire abbandonati, autolesionismo, ideazione suicidaria e abuso di sostanze sono caratteristiche tipiche nel funzionamento borderline.  

Nel momento in cui un paziente affetto da disturbo borderline pensa di essere abbandonato o trascurato, viene travolto da forti sentimenti di rabbia e paura. Se una persona importante per loro annulla un impegno o commette un ritardo di qualche minuto possono diventare furiosi o terrorizzati, poiché pensano di essere stati cattivi e che, quindi, verranno lasciati soli. 

La rabbia è talmente intensa in questi individui da essere di difficile gestione: viene mostrata, infatti, con atteggiamenti inadeguati come veementi sfuriate o pungente sarcasmo in direzione delle persone loro vicine a causa della negligenza mostrata nelle cure. Dopo aver sfogato la loro rabbia, vengono investiti da sensi di colpa e vergogna, alimentando la sensazione di essere cattivi e non meritevoli di affetto.

Questi cambiamenti nell’umore (intensa disforia, irritabilità, ansia) durano solitamente solo qualche ora, ma possono prolungarsi anche per alcuni giorni nei casi più gravi.

Un’altra tendenza di questi pazienti è il cambiamento brusco e repentino nella visione degli altri: possono idealizzare un potenziale caregiver o un amante nelle prime fasi del rapporto, chiedere di passare molto tempo insieme e condividere tutto. All’improvviso, possono percepire che l’altra persona non si sta preoccupando abbastanza e assumono così un atteggiamento disilluso; possono arrabbiarsi con la persona e sminuirla. Pensare la realtà in maniera scissa (bianco o nero) comporta il passaggio dall’idealizzazione alla svalutazione in modo netto.

Solitamente le persone borderline si prendono cura di un altro individuo solo se ritengono che sarà disponibile per loro in caso di necessità.

Anche l’immagine di sé può cambiare in maniera drastica e drammatica, ad esempio, cambiando in continuazione obiettivi e propositi da realizzare, opinioni, valori personali, amici e lavori. Nelle relazioni appaiono bisognosi e se ritengono di essere stati maltrattati si risentono e si arrabbiano.  Spesso sono colti da un’intensa sensazione di vuoto e di non esistere, a meno che non ci sia qualcuno disposto a preoccuparsi e prendersi cura di loro.

Le persone con disturbo borderline sono soliti sabotare se stessi nel momento in cui sono in procinto di realizzare un obiettivo, ad esempio, abbandonano gli studi poco prima di laurearsi, o danneggiano una relazione significativa e in evoluzione.

Uno dei tratti maggiormente distintivi dei soggetti borderline è l’impulsività. Essa conduce a comportamenti autolesionistici e a rischio, come scommesse, abbuffate, rapporti sessuali non protetti, abuso di sostanze, guida spericolata e atti criminali. Le condotte suicidarie, insieme alle minacce e l’automutilazione (per esempio tagli sui polsi) si verificano spesso ma, nonostante ciò, l’obiettivo di questi comportamenti non è quello di porre fine alla propria vita. Questi comportamenti vengono innescati dalla sensazione di essere abbandonati o rifiutati, o quando una persona che si prende cura di loro li delude. I pazienti possono praticarsi tagli sul corpo per espiare i sensi di colpa, per confermare a se stessi la capacità di provare delle emozioni (di solito in seguito ad un episodio dissociativo) o per distogliere l’attenzione dalle emozioni negative.

Nel momento in cui provano la paura di venire abbandonati possono generarsi anche pensieri paranoici, episodi dissociativi e talvolta anche sintomi di natura psicotica (allucinazoni). Questi sintomi sono temporanei e diminuiscono con il tempo.

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Terapia

Anche per i terapeuti più esperti non è affatto semplice intraprendere un percorso di terapia per un disturbo di personalità borderline. L’intensità delle emozioni, l’inflessibilità dei sistemi difensivi e i continui cambi di investimento mettono a dura prova la tenuta del setting.

Affinché si possa raggiungere una modificazione netta e stabile del funzionamento, è importante ricorrere ad una psicoterapia intensiva (anche 2 volte a settimana) e a lungo termine. 

L’efficacia del trattamento dipende soprattutto dalla capacità del terapeuta di creare una nuova esperienza cognitiva ed emotiva, basata su una relazione stabile, positiva e contenitiva all’interno di un contesto sicuro e accogliente. Lo scopo della relazione è quello di intaccare l’inflessibilità e l’instabilità dei modelli relazionali e comportamentali adottati dal paziente, oltre che mitigare l’estrema impulsività.

A causa della scarsa efficacia degli psicofarmaci su questa tipologia di disturbo e dell’elevato rischio di sviluppare dipendenza (nel caso degli ansiolitici), la farmacoterapia è di difficile inquadramento.

Bibliografia

Lingiardi V. – Gazzillo F. (2014), La personalità e i suoi disturbi, Raffaello Cortina Editore, Milano;

Sitografia

https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-psichiatrici/disturbi-della-personalit%C3%A0/disturbo-borderline-di-personalit%C3%A0#Trattamento_v25246848_it