Esiste una forma di violenza psicologica che non lascia segni evidenti e che, spesso, passa completamente inosservata agli occhi degli altri. È subdola, sottile, ma può lasciare ferite davvero profonde, proprio come altre forme di violenza psicologica che spesso non vengono riconosciute. Questo è il bossing silenzioso. Chi lo vive fatica a dare un nome a quello che gli sta succedendo. Si sente svalutato, escluso, senza riuscire a capire il perché. Come se, alla fine, fosse sempre "colpa sua".

Se, leggendo queste righe, riconosci qualcosa che ti è familiare, sappi che non è assolutamente colpa tua. In questo articolo parleremo di come riconoscere il bossing, di cosa sia davvero il bossing silenzioso e di quali strumenti concreti hai a disposizione per proteggerti dallo stress da capo tossico, senza perdere la serenità o mettere a rischio la tua professionalità.

Cos'è il bossing silenzioso?

Il bossing silenzioso è una forma di mobbing che viene esercitata da un superiore gerarchico (il "boss", appunto) attraverso comportamenti indiretti, freddi e manipolatori. A differenza del mobbing, più conosciuto, qui non ci sono urla, umiliazioni pubbliche o aggressività. Il boss agisce in modo passivo-aggressivo, e secondo una meta-analisi di ScienceDirect, questo tipo di leadership dispotica è fortemente correlata con comportamenti di bullismo organizzativo. Ti esclude dalle riunioni importanti, ignora sistematicamente le tue proposte, ti isola dai colleghi, fa finta che tu non esista. Si tratta di mobbing sottile: il protagonista è un capo umiliante che ti ha preso di mira, attraverso una manipolazione sul lavoro che non lascia tracce evidenti.

Questa forma di violenza psicologica è più pericolosa perché non lascia tracce che si possano vedere, ma corrode piano piano l'autostima, il senso di sicurezza e la motivazione di chi la subisce. Spesso, chi ne è vittima si trova a pensare: "Ma sono io che esagero?", "Mi sto immaginando tutto quanto?", "Forse sono davvero troppo sensibile". E così, invece di difendersi, finisce per sentirsi in colpa.

Se desideri avere maggiori informazioni sul tema del mobbing in ambito lavorativo puoi leggere questo articolo: “Mobbing sul lavoro: cos’è, sintomi psicologici e strategie per difendersi”.

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Questi sono segnali da non ignorare. Uno psicologo può aiutarti a riconoscerli e gestirli prima che diventino insostenibili.

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Come si manifesta il bossing silenzioso?

Riconoscere il bossing silenzioso è primo passo per spezzarne il potere. Ecco alcuni segnali del bossing che dovresti tenere in considerazione:

  • Esclusione sistematica da riunioni, progetti o decisioni che ti riguardano direttamente;
  • Comunicazione ridotta all'osso, impersonale;
  • Svalutazioneindiretta: il tuo lavoro non viene riconosciuto, o viene attribuito ad altri;
  • Ilcapo umiliante ti ignora o ti rivolge solo critiche;
  • Isolamento lavorativo, quando anche i colleghi, anche attraverso dinamiche create apposta, ti evitano.

Dal punto di vista psicologico ed emotivo, potresti iniziare a notare questi sintomi del bossing:

  • Ansia, che cresce ogni volta che devi andare al lavoro;
  • Difficoltà di concentrazione, insonnia, irritabilità;
  • Perdita di fiduciain te stesso, senso di colpa o vergogna. Questa perdita di fiducia può evolvere in bassa autostima, compromettendo anche le relazioni personali e la capacità decisionale;
  • Calo della motivazione o del desiderio di partecipare alla vita lavorativa;
  • Uno stress psicologico intenso che si manifesta anche con sintomi psicosomatici, come ansia crescente, tachicardia o difficoltà respiratorie.

Questi segnali non vanno assolutamente ignorati. Uno studio della Johns Hopkins University conferma che il bullismo sul lavoro è strettamente legato a un aumento di ansia, burnout e rischio di malattie psichiatriche. Il corpo e la mente, attraverso i sintomi, ti stanno parlando. Lo stress da lavoro e l'ansia da capo tossico, se non adeguatamente affrontati, possono avere effetti duraturi. 

Perché è così difficile riconoscere il bossing?

Il bossing silenzioso gioca proprio sull’ ambiguità. Il capo tossico non ti insulta apertamente, ma sfrutta modalità che innescano quello che alcuni ricercatori chiamano ‘silent counterattack’: la vittima, sopraffatta, sceglie il silenzio come unica forma di difesa. Si limita a "fare il suo lavoro", magari con un tono freddo o distante. Ma dietro quella distanza si nasconde un intento ben preciso: minare il tuo equilibrio psicologico, tenerti sotto controllo, farti sentire come se fossi tu il problema. È una vera e propria forma di manipolazione mentale che può portare a una profonda crisi lavorativa.

Spesso, chi subisce bossing silenzioso è una persona capace, sensibile, che fa bene il proprio lavoro. Ed è proprio questo che dà fastidio al boss, che vede in te una minaccia al proprio potere, oppure trova nel tuo comportamento uno specchio delle proprie insicurezze, decidendo di "spegnerti" silenziosamente attraverso una comunicazione tossica, senza esporsi minimamente.

Non solo: ti spinge a interiorizzare questa violenza e a considerarla normale. Ed è proprio per questo motivo che è così importante parlarne, proprio per non interiorizzare questi comportamenti. 

Cosa puoi fare: strategie pratiche per proteggerti

  1. Dai un nome a quello che stai vivendo: il primo passo per proteggerti è riconoscere il fenomeno per quello che è. Il fatto stesso che tu stia leggendo questo articolo è già un atto diconsapevolezzae coraggio. Non sei tu che esageri: il tuo disagio è reale e ha un nome preciso.
  2. Annota i comportamenti e le situazioni: tieni un diario di quello che succede, scrivendo episodi specifici, date, eventuali testimoni. La tecnica del journalingti aiuterà a vedere tutto il quadro con maggiore obiettività e potrà esserti molto utile se deciderai di chiedere supporto legale o sindacale.
  3. Coltiva degli spazi fuori dall'ambiente lavorativo tossico, dove poterti riconnettere con quello che sei veramente. Lavorare sulriconoscimento personalee sull’ autostima è importante per non farti sopraffare dal capo tossico.
  4. Non chiuderti, parla con persone di cui ti fidi:amici, familiari, colleghi che ti apprezzano. Il silenzio del boss non deve diventare anche il tuo.
  5. Cerca un supporto psicologico: affrontare questo tipo di situazione da soli è difficile. Uno psicologo del lavoro o uno psicoterapeuta possono aiutarti a elaborare quello che stai vivendo, a ritrovare le tue risorse interiori e a valutare i passi successivi con maggiore lucidità.
  6. Valuta il contesto e le possibili alternative: in alcuni casi può essere utile confrontarsi con l'ufficio HR, i sindacati o dei consulenti legali. In altri casi, potrebbe essere necessario immaginare un cambiamento più radicale, come un trasferimento o addirittura un nuovo lavoro. Non si tratta di "scappare", ma di fare una scelta per la tua salute mentale.

Se vuoi avere maggiori informazioni su come gestire lo stress all’interno di situazioni lavorative complesse o tossiche, ti consiglio di leggere questo articolo sulle strategie di coping in ambito lavorativo.

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Non devi farlo da solo. Con il supporto giusto, puoi difenderti in modo lucido e tutelare la tua salute mentale e professionale.

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Quando è il momento di chiedere aiuto

Non esiste un momento "giusto", che vada bene per tutti, ma ci sono dei segnali che ti dicono che è meglio rivolgersi a un professionista e chiedere aiuto.

Quando l'ansia da lavoro è persistente, quando cominci a pensare di non valere più nulla come persona e hai pensieri ricorrenti di fuga e desiderio di isolamento e quando perfino le relazioni fuori dal lavoro iniziano a risentirne, occorre chiedere aiuto.

Rivolgerti a un professionista non significa che "non ce la fai", ma semplicemente che hai bisogno di qualcuno che sia dalla tua parte, che ti sostenga nel liberarti dalla paura di reagire. Perché il bossing silenzioso è una forma di violenza sottile, ma incredibilmente potente. Chi lo subisce ha tutto il diritto di ribellarsi, di essere trattato con rispetto e di lavorare in un ambiente sano.

Riconoscere quello che ti sta succedendo, parlarne e chiedere supporto sono i primi passi verso il recupero della dignità, della libertà emotiva e della serenità che meriti.

Se ti senti confuso e hai bisogno di chiarirti su quanto ti sta succedendo nel tuo posto di lavoro, il gruppo di psicologodibase.it offre consulenze online personalizzate  per sviluppare strategie adatte alla tua specifica situazione.

FAQ

  1. Il bossing silenzioso è reato? Non è un reato specifico, ma può rientrare nelle fattispecie di mobbing e può essere oggetto di denuncia, soprattutto se dimostrabile e reiterato nel tempo.
  2. Come faccio a sapere se non sto esagerando? Se ti senti confuso, svalutato, escluso, e questi sentimenti si ripetono nel tempo, non stai esagerando. Parlarne con uno psicologo può aiutarti a vedere le dinamiche con più chiarezza.
  3. Il bossing silenzioso può avvenire anche tra colleghi? Sì, ma in quel caso si parla più propriamente di mobbing orizzontale. Quando il comportamento viene da un superiore, è bossing.
  4. Cosa succede se denuncio? In alcuni casi si attivano delle procedure interne all’azienda, in altri serve un supporto legale. Per questo è utile avere un diario documentato e confrontarsi con esperti.
  5. Posso superare gli effetti del bossing silenzioso? Assolutamente sì! Con il giusto supporto, è possibile ritrovare la serenità, rafforzare la propria identità professionale e tornare a lavorare con fiducia e, soprattutto, con dignità.

Bibliografia

Giorgio Nardone, Corpo, mente e cervello. Terapie brevi per problemi persistenti (Ponte alle Grazie, 2018).

Laura Petrosino, Mobbing e bossing. Riconoscere e affrontare la violenza psicologica sul lavoro (FrancoAngeli, 2021).

Andrea Sales, Psicologia del lavoro. Come vivere bene in un ambiente difficile (Erickson, 2020).

Affrontare un capo tossico può minare profondamente il benessere psicologico: superare la paura di chiedere aiuto è un atto di forza, non di debolezza.

Il bossing silenzioso logora lentamente: uno psicologo, online o dal vivo, può aiutarti a non affrontarlo da solo.