Cos'è il lutto e perché è importante elaborarlo

Il lutto è un sentimento di profondo dolore che si sperimenta, di solito, di fronte alla perdita di una persona cara. In psicologia assume un significato più ampio e vi rientrano tutti quei forti sentimenti e stati mentali riconducibili ad eventi più o meno inaspettati che provocano sofferenza, uno shock psicologico o che modificano drasticamente la vita della persona: la perdita del lavoro, la separazione coniugale, l’interruzione di un legame intimo o la morte di una persona a cui teniamo.

Tipologie di lutto: interiore ed esteriore

Come distinguere il lutto interiore da quello esteriore

Si parla di lutto interiore quando abbandoniamo o sacrifichiamo una parte di noi a cui teniamo molto, come potrebbe essere un’attività che ci appassiona. Il lutto esteriore, invece, si presenta nel momento in cui una persona a cui siamo profondamente legati, per qualche ragione, smette di far parte della nostra vita.

Gli effetti del lutto sulla mente e sul corpo

Come il lutto modifica le emozioni e i comportamenti

Il lutto induce stati d’animo molto dolorosi e causa nell’individuo sia un generale disinteresse nei confronti della realtà esterna sia una forte avversione per tutte quelle attività non riguardanti l’oggetto d’amore perduto.

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Come superare il lutto e ricostruire la propria vita

Strategie pratiche per affrontare il dolore del lutto

È importante ricordare, però, che il lutto può essere superato ed elaborato, ricostruendo la vita secondo una nuova struttura di significato e attribuendo un senso diverso alle esperienze che viviamo.

Mano a mano che si procede nel processo di elaborazione, la morte viene lentamente integrata come fatto reale all’interno della storia di vita della persona sopravvissuta, che guadagna così una relazione più stabile con il ricordo del defunto. Riconoscendo la perdita come realtà l’individuo può prendere contatto con emozioni dolorose e contrastanti, ripercorrere le immagini e i ricordi legati alla persona perduta, ottenere un racconto coerente della perdita e ridefinire i propri obiettivi e ruoli di vita.

Vita e morte sono così intrecciate da dover considerare il lutto come una normale dimensione dell’esistenza. Anche il percorso di crescita dell’uomo è costituito dall’alternanza tra vita e morte: il bambino che eravamo muore, l’adolescente muore, l’adulto muore e così via.

Tutto l’arco della vita è costellato da cambiamenti e perdite. Perciò la naturale conseguenza del lutto è l’accettazione del mistero della morte e la continua ricerca di risposte.

Cos'è il lutto complicato e come riconoscerlo

Il lutto complicato si distingue per una maggiore intensità e durata. È perfettamente normale sentire un dolore acuto per la perdita di una persona cara ma, in questo caso, la sofferenza è talmente forte da occupare completamente la mente della persona e costringerla in una morsa da cui non riesce a liberarsi.

Fattori che contribuiscono al lutto complicato

Solitamente il dolore non svanisce del tutto, finisce semplicemente sullo sfondo. Le persone a cui vogliamo bene sono sicuramente centrali nella nostra storia di vita e costituiscono la nostra visione del mondo ma se il lutto è così forte da immobilizzare l’esistenza, possiamo parlare di lutto complicato.

Le naturali modalità di fronteggiamento del dolore si dissolvono e il dolore assume un ruolo da protagonista nella quotidianità della persona che vive un lutto complicato. Alti livelli di stress nel periodo precedente alla morte, caratteristiche personali della persona in lutto, circostanze della morte, eventi successivi alla morte e la qualità del rapporto con il defunto sono elementi che possono determinare o meno l’insorgenza di questo fenomeno.

Accettare la perdita come fatto reale è impossibile, anzi viene negata e falliscono i tentativi di interpretare la morte come un fatto concreto; i sentimenti di nostalgia sono così travolgenti da non risentire dell’effetto del tempo. Ricordi, immagini e pensieri dedicati al defunto invadono la loro mente; la vita può apparire priva di scopo, di significato e il piacere sembra non farne più parte. La morte è spesso bersaglio di sentimenti di odio e di rabbia. 

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Le cinque fasi del lutto: spiegazione e significato

L’elaborazione del lutto, la cui teorizzazione ha impegnato molti studiosi sin dagli anni 70’, si articola in fasi o stadi, con l’idea che il decorso non segua un andamento lineare e uguale per tutti. 

Il modello attualmente più affidabile per la comprensione dei movimenti psichici sottostanti il processo di elaborazione è stato realizzato da Elisabeth Kübler-Ross e si articola in cinque fasi che possono ripetersi o alternarsi senza un preciso ordine a seconda della persona coinvolta:

La negazione

fase in cui la persona rifiuta la perdita e si comporta come se non fosse avvenuta, ma è utile per guadagnare tempo finché non si sente pronta ad affrontarla;

La rabbia

Si manifesta insieme alla paura come richiesta di aiuto o, al contrario, ci si ritira in sé stessi. È una fase importante perché la rabbia ci aiuta a superare il dolore causato dai rimpianti;

La contrattazione

Comincia la selezione da parte della persona delle strategie e delle risorse per fronteggiare la situazione e riappropriarsi della propria vita, contestualmente vengono ripercorsi i ricordi e si pensa a come le cose potevano andare diversamente;

La depressione

La perdita si insinua nella realtà psichica, un senso di sconfitta e di impotenza pervade la persona e sopraggiunge la consapevolezza di non poter più lottare contro la morte, aprendo la strada verso l’ultima fase;

L’accettazione

Nonostante il dolore persista, la perdita è diventata finalmente una realtà integrata nella storia di vita della persona, che ora può riconsiderare il proprio ruolo e i propri obiettivi.  

Quando la morte viene accettata come realtà si ottiene una visione più chiara di ciò che è stato e della relazione con il defunto. Quando il lutto viene elaborato la persona ottiene l’accesso ad emozioni dolorose e contrastanti, costruisce una narrazione coerente degli eventi legati alla perdita, rivede l’immagine mentale della persona deceduta e la relazione con essa. Può finalmente riaprirsi alla vita.

Cosa dire e cosa non dire a chi vive un lutto

Quando ci troviamo di fronte ad una persona in lutto le frasi consolatorie che spesso sentiamo dire non hanno alcuna utilità se non quella di rasserenare chi le pronuncia. Alimentano l’illusione secondo cui il dolore della morte non ci riguarda e l’impressione di essere stati avveduti. È meglio evitare, dunque, formule di commiserazione e avanzare l’idea che la vita sia ingiusta. Creerebbero solo altro risentimento nei confronti della stessa.

Le migliori frasi per consolare una persona in lutto

Per preservare la nostra salute mentale, è più indicato considerare la morte come una parte del nostro ciclo vitale, piuttosto che solo come la fine della vita. 

“So come ti senti”; “con il tempo si sistemerà tutto”; “è andato in un posto migliore”; “era soltanto un animale domestico”; “almeno ha smesso di soffrire”, sono solo alcune delle frasi più spesso destinate a persone in lutto, pronunciate solo per combattere l’imbarazzo. “È difficile immaginare quanto straziante possa essere stato per te”, oppure “è difficile immaginare come puoi sentirti” sono sicuramente formule migliori.

Errori comuni da evitare quando si offre supporto

Porsi in ascolto dell’altro e favorire il fluire delle emozioni senza incorrere in giudizi o critiche è il meglio che possiamo fare. Inoltre, non è incauto domandare informazioni circa le cause della morte. Non farlo significherebbe ingrandire il tabù attorno all’argomento, invece, è bene che la persona si senta legittimata a parlarne.

Come iniziare il processo di elaborazione del lutto

L’elaborazione del lutto ha inizio quando si comincia a pensare al dopo, ad un nuovo scenario in cui la perdita è parte della storia di vita. Proiettarsi oltre la morte, infatti, alimenta la speranza, la ricerca della novità e delle fonti di piacere. Mantenere la nostra vitalità e non abbandonarsi alla disperazione sono due elementi chiave per il superamento del lutto, nonostante la perdita dell’oggetto d’amore ci da l’impressione di vivere in un mondo ormai impoverito.

L'importanza della psicoterapia per superare il lutto

Un percorso di psicoterapia è l’intervento più indicato per tutte quelle persone che si ritrovano ad affrontare non solo la morte di una persona cara, ma anche il dolore e lo stress scatenato da grandi cambiamenti come una separazione, un divorzio, un abbandono. Ogni emozione graviti attorno all’elaborazione del lutto come il senso di colpa, la confusione, la rabbia, la tristezza, l’ansia, il senso di isolamento e di vuoto devono trovare un canale espressivo per non sopraffare la persona.

La destinazione ultima dell’intervento è la mentalizzazione da parte del paziente degli stati emotivi negativi e la riformulazione di una narrazione coerente degli accadimenti. La persona deve sentirsi legittimata ad esprimersi liberamente sull’argomento; evitare che la relazione con il defunto e il defunto stesso siano idealizzati; individuare le risorse a disposizione del paziente per il fronteggiamento del dolore; valutare la presenza di una rete sociale di supporto e conoscere in quale stadio del lutto si trova la persona.

Bibliografia

  • Pesci S. (2015), Il lutto e la sua elaborazione, in «Nuovi Orizzonti», pp. 13 – 20;
  • Solomita B. – Franza F. (2020), Lutto “senza scopo” in «Quaderni di Telos», pp. 71 – 82;
  • Von Franz M. – Frey-Rohn L. – Jaffè A. – Zoja L. (1984), Incontri con la morte. Sguardo dal sogno, Raffaello Cortina Editore, Milano.

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