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Quando la scrittura fa bene: Scrivere per scoprirsi
- Psicologia e Territorio
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Questo Gruppo di Crescita Personale è un percorso breve in cui, insieme, si creano e si condividono storie, più precisamente racconti brevi. Non è necessario avere conoscenze sullo storytelling oppure avere altre esperienze di scrittura: molto più importante è il desiderio di esprimersi e di lasciar fluire liberamente la propria voce.
Ascoltarsi, creare e sviluppare personaggi, ambientazioni, dar spazio alla propria fantasia, come confrontarsi con gli altri mettendo al centro il proprio stato d’animo, è qualcosa a cui forse non siamo abituati. Tuttavia una volta rotto il ghiaccio – superato il famoso “blocco dello scrittore” – raccontarsi attraverso una storia di fantasia può diventare, oltre che piacevole, molto stimolante.
Il primo beneficio che questo percorso offre è proprio uscire dagli schemi, superare i propri preconcetti e aspettative sviluppando la creatività personale. I temi che man mano potranno emergere tracciano la direzione del percorso: non è predefinita ma la si scopre insieme.
Le finalità psicoeducative molto ampie, che toccano le dimensioni del benessere, della riflessione sull’esperienza e dell’intelligenza emotiva sono proprie della crescita personale piuttosto che della psicoterapia. Tuttavia è lecito parlare di scrittura autobiografica, di scrittura espressiva, emotiva e terapeutica: oltre alla scrittura creativa da cui si parte si toccheranno tutte queste, e altre tecniche.
A CHI SI RIVOLGE IL GRUPPO DI CRESCITA PERSONALE
Non ci sono limiti di età, livello di cultura personale o di formazione: quando si ascoltano autenticamente le proprie emozioni e si gli da voce non c’è più nulla di “giusto” o “sbagliato”. I migliori requisiti per partecipare sono altri: la curiosità, l’apertura a nuove esperienze, la capacità di ascolto e di auto-osservazione.
In particolare il percorso è rivolto a chi si pone domande o avverte l’esigenza di risposte sul presente, a chi cerca uno spazio in cui rielaborare situazioni del passato, a chi sente il desiderio di ascoltare che suono ha davvero la propria voce. Questo percorso è per chiunque sia desideroso di raccontarsi in un modo profondo e inedito.
[Questo percorso non ha una finalità rivolta alla scrittura editoriale, tuttavia il lavoro sulla scrittura è in primis un lavoro sullo scrittore. La narrazione ad un livello personale è un passaggio sempre prezioso e utile ad ogni ulteriore applicazione. Per esperienza i migliori risultati si hanno partendo dal presupposto di scrivere per sé, evitando di appesantire la propria esperienza di scrittura con aspettative. Il formalista russo Sklovskij parlando di “straniamento” è molto preciso sull’argomento.]
LA STORIA DEL “RACCONTARE STORIE”
Non è affatto esagerato dire che in fondo la preistoria è finita con l’avvento della scrittura, come il Medio Evo si è concluso con la scoperta del Nuovo Mondo, quasi contemporanea alla rivoluzione culturale legata all’invenzione della stampa a caratteri mobili. Siamo fatti di storie: ascoltarle come raccontarle è nella nostra natura.
Nella Grecia antica era noto il valore catartico del teatro: gli spettatori potevano specchiarsi nelle vicende rappresentate e attraverso le emozioni degli attori. È lo stesso principio che ci porta a leggere, a guardare film e serie TV, o a scrivere. Interporre una “distanza” con il proprio sentire, come un margine di sicurezza garantito dalla presenza di un attore, di un narratore o di una distanza narrativa, ci permette paradossalmente di avvicinarci di più e di andare più a fondo nel nostro sentire.
Un importante filone di ricerche sulla scrittura, inaugurato nel 1986 da James W. Pennebaker, ha messo in luce come “narrare” di un segreto, di un evento traumatico o di un episodio personale emotivamente denso possa portare una serie di benefici: dalla riduzione dell’ipertensione al potenziamento della memoria, dalla diminuzione dei pensieri intrusivi ad un miglioramento dello stato di salute fisica e della funzionalità del sistema immunitario.
ONTOGENESI DELLA SCRITTURA
Mentre Pennebaker parla di “self-distancing” e Bateson di “metafora”, esiste uno spazio rappresentativo attraverso il quale tutti noi siamo passati: il gioco di finzione, quando introno ai 2 anni abbiamo iniziato a “far finta che…”, ad esempio maneggiando una banana come fosse la cornetta di un telefono, oppure bevendo del caffè da una tazzina immaginaria. La capacità di giocare sul filo di quella “distanza” rappresenta l’acquisizione del pensiero simbolico, base della capacità di astrazione e del pensiero adulto.
L’atto creativo, coniugato con la narrazione, ci riporta proprio in una dimensione originaria e fondante del “pensare”, spazio in cui si può essere allo stesso tempo adulti e bambini, saggi e ingenui, consapevoli a tal punto da sembrarlo “per la prima volta”. Giocare in fondo non solo è una cosa seria, è la dimensione più intima e personale che possiamo condividere. Non giochiamo, non scherziamo con tutti, ma lo facciamo a tutte le età. Aver cura di “giocare” vuol dire coltivare il proprio benessere.
La scrittura è sempre uno spazio sospeso tra sé e il mondo, tra il possibile e il reale, tra un “dentro” e un “fuori”: una dimensione liminare che, al pari del gioco e della creazione artistica, porta con sé le qualità di entrambe i suoi estremi. Proprio questa dimensione aperta al possibile rende la scrittura molto affine al campo della formazione e della pedagogia. Non stupisce che uno dei padri putativi della scrittura creativa sia proprio un pedagogista: John Dewey.
OBIETTIVI DEL PERCORSO
La scienza e le ricerche riassumono ciò che ruota intorno alla scrittura in alcuni concetti e ne illustrano i benefici. La scrittura infatti:
- stimola la creatività e la flessibilità mentale. La scrittura creativa incoraggia la fantasia, spingendo ad ascoltarsi oltrepassando i propri schemi e a confrontarsi con punti di vista inediti. Questo stimola anche la capacità di dar forma ed espressione alla propria unicità, ad osservare il quotidiano da una prospettiva più libera e flessibile.
- aumenta la consapevolezza di sé. La scrittura facilita l’introspezione e aiuta a esplorare i propri pensieri ed emozioni dandoci la possibilità di “dialogare” con il nostro migliore interlocutore: noi stessi. Questo processo consente di raggiungere una maggiore comprensione di sé e delle proprie esperienze di vita.
- favorisce l’espressione emotiva. Spesso le persone trovano difficoltà a identificare ed esprimere i propri sentimenti. La scrittura fornisce uno spazio discreto e disponibile per dar corpo alle emozioni più profonde, migliorando la capacità di riconoscerle e comprenderle.
- facilita l’integrazione di vissuti emotivi complessi. Narrare, anche amplificando eventi significativi, permette di rielaborarli in modo sicuro, distaccato e riflessivo. Le tecniche di scrittura terapeutica aiutano a trasformare la sofferenza in una narrazione accessibile e più comprensibile.
- agevola la soluzione di conflitti latenti. “Mettere in parole” permette di “organizzare” il proprio sentire in modo coerente ed esplorandolo da diverse angolazioni, facilitando così l’elaborazione di dubbi interiori o di insicurezze legati ad eventi del passato. Integrando l’esperienza all’interno del Sé.
- riduce lo stress e l’ansia. Esprimere i propri sentimenti e pensieri attraverso la scrittura è un modo efficace per desomatizzare tensioni interiori, riducendo lo stress accumulato e favorendo un senso di integrità e di presenza a se stessi.
È davvero molto ciò che si può fare, a determinate condizioni e con pochi e semplici riferimenti, utilizzando qualcosa che tutti abbiamo in casa e che è potenzialmente sempre con noi: carta e penna! Se la scrittura nasce dall’esigenza di storicizzare e trasmettere informazioni, raccontarsi permette di mettere in comunicazione cognizioni e affetti, conoscenze ed emozioni, integrando rappresentazioni di noi stessi, degli altri e del mondo, stimolando la capacità di pensiero.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
I riferimenti metodologici di base citati in questo articolo rappresentano dei grandi classici della scrittura: esistono testi e articoli più attuali e settoriali. Ai partecipanti verranno forniti di volta in volta approfondimenti specifici in formato multimediale.
- J. W. Pennebaker. Scrivi cosa ti dice il cuore. Autoriflessione e crescita personale attraverso la scrittura di sé.
- S. Polvani. Cura alle stelle. Manuale di salute narrativa.
- N. Goldberg. Scrivere Zen. Manuale di scrittura creativa.
- V. B. Sklovskij. Teoria della prosa.
- F. O’Connor. Nel territorio del diavolo. Sul mistero di scrivere.
- L. Solano (Ed.). Scrivere per pensare. La trascrizione dell’esperienza tra promozione della salute e ricerca.

Autore
Dott. Giorgio Conti
Psicologo e Psicoterapeuta
Iscrizione albo: Abruzzo nr. 2837
Psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico.