Cos’è il conflitto?
Il conflitto consiste nell’ affrontare con forza l’uno contro l’altro, a causa di una divergenza di pensieri e scopi. Il conflitto è sempre esistito e può suddividersi in conflitto-violenza, quando vi è la volontà di fare del male all’altro o in conflitto-discussione quando si vuole portare il proprio punto di vista, arricchendolo con quello altrui.
Il conflitto-discussione permette di mettere confini, stabilire ciò che sono io e ciò che è l’altro, divenire autentici. Non bisogna aver paura del conflitto in quanto: esso è diversità, crescita, ricchezza, cambiamento. I conflitti arricchiscono le nostre
vite, aprono nuove prospettive e nuovi punti di vista. Ci scuotono, ci impongono di uscire dalla comfort zone e allargare i nostri confini.
Appianare a tutti i costi un conflitto, non permette di sviluppare appieno il proprio pensiero critico, ma assopisce il conflitto stesso che poi si ripresenterà, a breve termine, in maniera ancora più veemente, in quanto si tratterà di elementi irrisolti e latenti. I conflitti non vanno soffocati o demonizzati, ma è necessario promuovere il dialogo, il confronto e la mediazione per poter arrivare ad una soluzione comune.
Svelare la realtà
Il conflitto rappresenta un’occasione per esporre i propri punti di vista, opinioni e pensieri. Aiuta a mettere sul tavolo delle relazioni ciò che non va, ciò che può essere migliorato e ciò che, invece, non ha soluzione. Nei rapporti in cui il conflitto è negato ed evitato in ogni modo, si assiste ad una sorta di soffocamento di emozioni, riflessioni, considerazioni delle parti e questo può sfociare in risentimento, frustrazione e violenza. All’interno del conflitto emergono elementi latenti, nascosti spesso celati da tanto tempo. Si scoprono le carte, si rivela ciò che si pensa realmente, si trova il coraggio di esporre i propri valori.
Il processo di individuazione
Pensiamo, ad esempio, ai conflitti tra genitori e figli o tra amici: spesso hanno la funzione di stabilire ( quella giusta distanza reciproca, quello spazio di separazione che consente la soggettivazione di se ) una separazione e una distanza reciproca , al fine di potersi evolvere in altre circostanze e relazioni. Se le relazioni simbiotiche sono fondamentali nei primi anni di vita, poi divengono un ostacolo al processo di autonomia e differenziazione, provocando impedimenti e quindi sofferenza. Il conflitto, allora, si presenta come occasione per porre confini e distaccarsi da ciò che non permette la propria evoluzione.
Imparare a conoscersi
I conflitti permettono di imparare a conoscersi: nelle discussioni, nelle difficoltà relazionali, negli scontri si scoprono capacità, confini, limiti, competenze, potenzialità personali. Si ha la possibilità di confrontarsi con le proprie abilità: proteggere la relazione, contrastare un ostacolo, affrontare la frustrazione, misurare la propria tolleranza, perseguire un obiettivo. Ci si confronta, poi, con i propri confini, resistenze, blocchi emotivi che non permettono di avere una visione chiara della situazione e di arrivare ad una soluzione.
La competenza antinarcisistica
Un’altra funzione molto importante del conflitto è quella dello sviluppo della competenza antinarcisistica. Quando si è bambini, il conflitto con il coetaneo fa sperimentare una frustrazione evolutiva, ovvero il contenimento del naturale egocentrismo infantile, fondamentale per un corretto sviluppo della personalità. Nell’altro si incontra un confine al proprio desiderio e alla propria attività e, interagendo insieme, si scoprono nuove strategie e potenzialità. Grazie al conflitto si acquisiscono abilità relazionali e si apprende come stare al mondo.
Mutamento del rapporto
Quante volte assistiamo, dopo un conflitto, al mutamento di un rapporto: a volte esso si conclude, ma altre volte si rafforza e diviene più autentico, sincero, trasparente. Il conflitto ci permette di svelare e riconoscere la realtà, di comprendere ciò che non funziona più e ciò che è necessario cambiare in un rapporto, con una maggior chiarezza, autenticità e verità.
Non è certamente semplice dire all’altro ciò che si pensa, specialmente quando si teme di ferirlo, ma è molto importante essere sinceri e portare il proprio punto di vista.
Perché se è vero che si teme di deludere l’altra persona e perderla, è anche vero che, se non si esprime ciò che si sente, a lungo andare quel rapporto è destinato a spegnersi.
- Daniele Novara, Pedagogista, www.metododanielenovara.it
- Sohst Kathrin, Più sensibili più forti. Quando l'alta sensibilità diventa una risorsa preziosa, Giunti, Firenze, 2020
- Novara Daniele, La grammatica dei conflitti. L'arte maieutica di trasformare la contrarietà in risorse, Sonda, Milano, 2011

