L'intelligenza emotiva da Goleman alla vita quotidiana
L'intelligenza emotiva da Goleman alla vita quotidiana

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L'intelligenza emotiva da Goleman alla vita quotidiana

Sempre più spesso sentiamo parlare di intelligenza emotiva e in questo articolo cerchiamo di fare chiarezza su cosa è come è importante nella psicologia

Le emozioni sono la colonna portante della vita degli esseri umani e l’intelligenza emotiva aiuta a migliorare il benessere di ogni individuo.

Tutti noi sappiamo che si può provare gioia alla nascita del proprio figlio, si può avere paura di dover camminare da soli nel buio della notte, ci si può arrabbiare in auto mentre si guida oppure sorprendersi quando s’incontra dopo molto tempo un amico di vecchia data.

Queste, come molte altre, sono tutte situazioni in cui si provano delle emozioni.

Con il termine emozione, comunemente viene indicato uno stato affettivo che si palesa in risposta ad un determinato evento. In letteratura sono presenti molte definizioni diverse che fanno riferimento a questo concetto poiché nel tempo gli studiosi hanno attribuito a questa stessa parola funzioni e significati diversi.

Ciò è stato dimostrato anche da uno studio condotto da Carroll Izard (2006) in cui venne chiesto a trentacinque illustri scienziati, selezionati per rappresentare ciascuna delle varie discipline che si occupano della teoria e della ricerca sulle emozioni, di rispondere ad alcune precise domande su questo ambito.

I risultati furono schiaccianti: la maggior parte degli studiosi non riuscì a dare una risposta alla domanda “Cos’è un’emozione?” anche se quasi tutti mostrarono un considerevole accordo su quale siano le funzioni delle emozioni e su come, queste, possano essere regolate.

Ad oggi si è giunti alla conclusione che l’elemento comune a tutte le molteplici interpretazioni dell’argomento è il concepire l’emozione come un processo multi-componenziale, ovvero un’interazione tra fattori soggettivi e oggettivi, formato da:

  • una componente fisiologica,
  • una componente cognitiva,
  • una motivazionale,
  • una espressivo-motoria
  • una componente soggettiva.

Che cos'è l'intelligenza emotiva?

Le emozioni e l’intelligenza sono ad oggi considerati due campi di studi molto prosperosi nell’ambito della psicologia e l’anello di congiunzione tra questi due argomenti è dato da quella che prende il nome di intelligenza emotiva.

L’intelligenza emotiva per Daniel Goleman (Stockton, 7 marzo 1946) psicologo, scrittore e giornalista statunitense rappresenta la variabile di influenza predominante nella realizzazione personale e nella soddisfazione circa la propria vita.

Consiste, in un primo momento, nel riuscire a identificare correttamente le proprie e altrui emozioni e poi, successivamente, nell’attribuirgli un nome, comprenderle, dar loro un significato, regolarne l’intensità, la forza di espressione e usarle per interagire con il mondo circostante e nelle relazioni interpersonali.

L'intelligenza emotiva nella vita quotidiana

L'intelligenza emotiva può di certo migliorare la vita degli individui, a patto che venga impiegata correttamente nei diversi contesti che si vivono e frequentano quotidianamente. In particolare, in campo psicologico è un requisito fondamentale per poter svolgere la propria professione al meglio.

L’incremento dell’interesse per questo costrutto nei contesti organizzativi è dato soprattutto dalla voglia di riuscire a spiegare il successo professionale dei singoli soggetti prendendo le distanze dal considerare il solo quoziente intellettivo.

L’impegno nello svolgere le proprie mansioni, nel riuscire a fare gruppo nei lavori di squadra e il possedimento di una spiccata inventiva nel superare gli ostacoli professionali sono solo alcuni dei comportamenti lavorativi che affondano le radici nell’ambito delle emozioni.

Un aspetto molto significativo è che l’intelligenza emotiva influenza anche il riuscire a gestire lo stress e le pressioni ambientali che, come è noto, non sembrano mai mancare all’interno del proprio contesto lavorativo.

Uno dei campi in cui l’intelligenza emotiva è da considerarsi imprescindibile è il contesto sanitario. Le mansioni di medici, infermieri e operatori sanitari non dovrebbero fermarsi al solo trattamento fisico dei sintomi perché anche una semplice rassicurazione può aiutare, a stare meglio, un soggetto estremamente vulnerabile a causa della propria malattia.

Affrontare un intervento chirurgico, un esame invasivo o un ricovero sono sempre fonte di angoscia e timore in cui è fondamentale essere rincuorati emozionalmente. Per tale ragione è essenziale proporre, congiuntamente ai piani di terapia già in atto, una formazione specifica per tutti gli operatori sanitari in modo da poter dare la possibilità di poter comprendere e risanare le crepe della sfera emotiva dei singoli pazienti.

Non è da sottovalutare il ruolo del sovraffaticamento che si potrebbe verificare sul posto di lavoro e per questo motivo riuscire a coltivare comportamenti emotivamente intelligenti minimizza il pericolo di sperimentare episodi di burnout.

Rispondere allo stress implica l’utilizzo di strategie di coping che possono essere adattive o disadattive. Vari studi hanno dimostrato che ad alti livelli d’intelligenza emotiva corrisponde l’utilizzo massiccio di strategie utili per ridurre gli stati di tensione come per esempio la meditazione, l’attività fisica o il compiere attività divertenti che tengono occupata la mente.

Il complesso insieme di capacità che formano l’intelligenza emotiva sono da ricercare anche nella figura professionale dello psicologo e dello psicoterapeuta.

Egli deve porsi nei confronti del cliente (come amava chiamare Rogers i suoi pazienti) come un agente attivo aperto al cambiamento che riesce a gestire le emozioni complicate del suo interlocutore e che con lui non collude.

Il calarsi nei panni dell’altro è, nella sede di un percorso psicoterapico, forse il compito più arduo perché spesso ci si trova di fronte a persone emotivamente fragili a cui bisogna tendere la mano senza farsi trasportare dai propri vortici emotivi: un lavoro approfondito su se stessi è alla base dello sviluppo del comportamento emotivamente intelligente e anche per svolgere il proprio ruolo professionale nel migliore dei modi.

Il notevole interesse, sempre maggiore, per le emozioni e per l'intelligenza emotiva sicuramente permetterà che tali concetti vengano analizzati nel migliore dei modi negli anni a venire.

Bibliografia

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  • Mayer, J. D., Caruso, D. R., & Salovey, P. (2016). The ability model of emotional intelligence: Principles and updates. Emotion review, 8(4), 290-300
Dott.ssa Giada Galluzzi

Autrice

Dott.ssa Giada Galluzzi

Psicologa iscritta all’albo A della regione Campania con il n. 11387

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