Eventi di vita: quali effetti hanno sulla salute?
Eventi di vita: quali effetti hanno sulla salute?

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Eventi di vita: quali effetti hanno sulla salute?

Eventi di vita: quali effetti hanno sulla salute?

È ben noto come la salute non sia costante durante l’arco di vita di un individuo, bensì evolva durante il tempo, richiedendo un continuo lavoro di adattamento.

Progressivamente, si è data sempre più importanza alla modalità con cui gli eventi di vita venissero vissuti e le conseguenti modifiche a cui la mente potrebbe andare incontro di fronte ad esperienze traumatiche. Ci si è focalizzati sul concetto di “stress”, termine con il quale oggi si prendono in considerazione non solo gli stimoli agenti sull’individuo a livello biologico, psicologico e sociale ma anche la risposta dell’organismo a questi ultimi. In tal modo, è stato possibile partire da un evento mentale per studiarne le conseguenze sulla salute, abbandonando l’idea che il disturbo organico sia l’unico fattore influente nell’omeostasi dell’individuo.

L’impatto di un evento particolare sulla vita quotidiana

A conferma di ciò, alcuni studi eseguiti, come ad esempio sul costrutto del lutto e della separazione, hanno indagato tale evento non solo come “perdita reale”, bensì anche come “perdita possibile” (ovvero probabile) e “perdita simbolica”. In tutte queste eventualità, si è riscontrato un peggioramento dello stato di salute dei soggetti, giungendo alla conclusione che la “perdita vissuta” sia un efficace predittore di patologie. Infatti, molte ricerche hanno mostrato un aumento dell’incidenza di malattie (fisiche e mentali) negli individui separati\divorziati rispetto ai coniugati. Vi è altresì una correlazione tra matrimonio e maggiore longevità, evidenziando ancora una volta come le relazioni sociali possono rappresentare un fattore di rischio o protettivo per la salute dell’individuo.

Il concetto di perdita è stato analizzato anche in età evolutiva, mediante gli studi di Spitz sulla “sindrome da ospedalizzazione” (https://www.jstor.org/stable/i40218950): i bambini che vivono in delle istituzioni mostrano una maggiore incidenza di malattie e mortalità rispetto a bambini che vivono in famiglia, anche in presenza di cure materialmente adeguate.

Il peso sociale di un evento

Ulteriori ricerche hanno evidenziato che l’impatto degli eventi di vita stressanti possono condurre ad una maggiore prevalenza di disturbi psichiatrici, abuso di alcolici, malattie fisiche, ansia o depressione. Inoltre, vi è una correlazione anche tra le esperienze di vita a forte connotazione emotiva e le funzioni immunitarie, significativamente importanti per comprendere il modo in cui si realizzano le associazioni tra situazioni mentali e fisiche, focalizzandoci sulla reattività del sistema immunitario alle interazioni tra individuo e ambiente (es. morte del coniuge per malattie come il tumore, il divorzio e altre situazioni stressanti, una diagnosi di sieropositività ad infezione da HIV).

In questa prospettiva, appare necessario, dunque, misurare al contempo sia il peso “sociale” degli eventi che le risorse del soggetto e considerare l’effetto delle due variabili (Solano, 2001).

L’incontro tra evento e persona

è bene considerare le risorse individuali o quelle che provengono dalle relazioni sociali, e la modalità con cui queste vengano utilizzate per fronteggiare un evento disturbante, come ad esempio assumere uno spirito combattivo di fronte a tale situazione oppure di impotenza e disperazione (helplessness/hopelessness) comportando l’attivazione del sistema biologico di conservazione\ritiro. A conferma di ciò, sono stati eseguiti alcuni studi da Schmale e coll, in cui è emerso che il tipo di atteggiamento assunto (spirito combattivo o helplessness\hopelessness) risulta incidere sull’insorgenza ed il decorso dei tumori portando ad una maggiore probabilità dei partecipanti di ammalarsi nei casi di impotenza e disperazione.

Tra le varie caratteristiche personali delle persone che sperimentano gli eventi di vita, si possono considerare:

  • Self-efficacy, inteso come “capacità delle persone di esercitare un controllo sugli eventi che riguardano la loro vita”;
  • Complessità del Sé, tesa garantire una maggiore capacità di affrontare un cambiamento dovuto ad un"evento stressante",
  • Locus of Control (esterno/interno), ovvero la percezione del controllo degli eventi che ognuno possiede ed esso può essere attribuito a se stessi o a fattori esterni;
  • Motivazione;
  • Hardiness, ovvero la capacità di resistenza. Quest’ultima si articola in tre dimensioni: impegno (sensazione di essere coinvolto nella propria vita emozionale), padronanza (capacità di assumersi le responsabilità degli eventi della propria vita) e sfida (consapevolezza che la normalità sta nel cambiamento piuttosto che nella stabilità). L’efficacia di tale risorsa personale è stata dimostrata anche dagli studi di Kobasa e coll., in cui è emersa una significativa correlazione tra eventi stressanti e hardiness, mostrando un punteggio di malattia superiore in soggetti con bassa hardiness rispetto a quelli con alta hardiness.

In tal senso, emerge che ciò che determina la malattia non sono gli eventi stressanti in sé ma la capacità di resistenza a tale situazione. Di conseguenza, è stato riscontrato che soggetti con alto hardiness che sperimentano eventi stressanti, riscontrano un effetto positivo sulla loro salute, percependo i cambiamenti come condizioni stimolanti (Solano, 2001).

 

CONCLUSIONI

L’aver subito eventi avversi, anche di differente natura, ha un notevole impatto sul benessere fisico e psichico. La recente psichiatria riconosce l’esistenza di una vulnerabilità biologica, ovvero l’insieme di fattori genetici ed ereditari, unita ad una vulnerabilità psicologica e sociale, intesa come la presenza di eventi di vita traumatici e l’ambiente circostante, familiare e sociale. Per questa ragione si parla di un modello bio-psico-sociale per quanto riguarda lo sviluppo di aspetti psicopatologici (Fassino et al., 2007).

Per concludere, dunque, è possibile affermare che l’impatto degli eventi di vita nei confronti della salute tiene conto di diversi fattori:

  • le caratteristiche personali dei soggetti che li sperimentano;
  • le modalità di elaborazione del ricordo nella mente e di reazione all’esperienza; - le rappresentazioni interne dell’individuo circa le relazioni e la struttura del sé; - le reti di relazioni sociali in cui vi è immerso.
Silvia Daniele

Autrice

Silvia Daniele

Dottoressa in Scienze e Tecniche Psicologiche - Laureanda in Psicologia Clinica

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