Un nuovo anno scolastico tra entusiasmo e preoccupazione, come affrontare l’ansia da scuola?

Il 14 Settembre è iniziato il nuovo anno scolastico, tra l’entusiasmo di poter riprendere completamente in presenza visto il ridotto allarme per il Covid, ma anche tra vecchie e nuove preoccupazioni e ansie. È motivo di gioia riappropriarsi della bellezza dell’incontro, con i docenti e i compagni. Durante la pandemia sono stati messi in crisi tutti i riferimenti su cui costruiamo il senso del nostro vivere quotidiano, esponendoci alla totale incertezza. Quelli che maggiormente hanno avvertito questa mancanza sono stati i giovani, privati di ogni possibile luogo di aggregazione, la scuola in primo luogo, ma anche gli spazi urbani in cui si riunivano così come ha rilevato Ipsos per Save the Children nella indagine I giovani ai tempi del coronavirus. L’incontro fisico, l’ascolto e il dialogo in presenza, il divertimento e l’apprendimento con i pari, e il confronto con gli adulti sono strumenti con cui i ragazzi costruiscono il loro senso del vivere. Il ritorno completo a scuola per gli studenti è il simbolo del ritorno a una vita condivisa non sempre semplice da vivere.

Gli effetti della crisi sanitaria sulla scuola

La scuola pertanto può essere causa di ansia e preoccupazione, più o meno patologica, intensa e duratura, per una ampia fascia di bambini e adolescenti. Questa condizione è stata aggravata dalla pandemia e dalle necessarie, ma sofferte, misure adottate dai governi per arginarla: lockdown, distanziamento sociale, didattica a distanza (DAD e DID).

Secondo un sondaggio realizzato dall’Unicef tra ragazzi e ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni, alla conclusione del primo lockdown, 1 adolescente su 3 chiede maggiori reti di ascolto e supporto psicologico. Le norme che durante i periodi pandemici è stato loro chiesto di seguire sono in contrasto con le caratteristiche proprie di quella età: l’esplorazione, la realizzazione di progetti per il futuro, il contatto con gli altri, la consapevolezza del proprio corpo, l’apertura al cambiamento.

Secondo recenti ricerche, gli adolescenti durante la crisi sanitaria hanno sperimentato crescenti sentimenti di ansia e disagio, bassi livelli di ottimismo e aspettative per il futuro. I familiari hanno mostrato preoccupazione, soprattutto verso i figli maschi, per quanto riguarda gli indicatori di ritiro sociale, aggressività e problemi di attenzione. Inoltre i genitori hanno constatato un uso eccessivo di internet e dei social network, con i rischi connessi. Dotare i minorenni delle competenze per un uso consapevole, sicuro e responsabile di internet è un presupposto essenziale per la loro tutela. Per evitare truffe, furti di identità e danni fisici e psicologici a opera di persone incontrate online è opportuno seguire alcune indicazioni, quali: Limitare le informazioni personali pubblicate; usare le impostazioni sulla privacy; navigare in modalità sicura; assicurarsi che la connessione Internet sia sicura; prestare attenzione a ciò che si scarica; prestare attenzione a ciò che si posta; prestare attenzione a chi si incontra online.

Secondo l’indagine IPSOS “I giovani al tempo del coronavirus”, che ha analizzato opinioni, stati d’animo e aspettative degli studenti tra i 14 e i 18 anni:

  • 000 studenti delle scuole superiori, a causa delle assenze prolungate, rischiano di alimentare il fenomeno dell’abbandono scolastico;
  • il 7% afferma che i compagni di scuola “dispersi” a partire dal lockdown sono tre o più di tre; il 35% ritiene che la propria preparazione scolastica sia peggiorata; ● 1 studente su 4 deve recuperare diverse materie.

La fobia scolastica è una paura molto comune tra gli studenti italiani

C’è una percentuale di studenti tra l’1 e il 5% che però soffre di fobia scolastica (School absenteeism and school refusal behavior in youth: A contemporary review Christopher A. Kearney). Elevati sono i livelli di paura e ansia determinati dall’andare e restare a scuola, essi possono compromettere una regolare frequenza, con tutto ciò che comporta nel breve e lungo termine per un giovane in formazione.

Le difficoltà a lungo termine possono inficiare il successo e le prestazioni lavorative, ma può implicare anche difficoltà relazionali, se risulta compromessa l’autostima. Un fattore di mantenimento del disturbo possono essere le condotte di evitamento per fuggire la frustrazione di situazioni avversive o valutative, che chiaramente portano ad ottenere una riduzione dell’ansia, oltre al rinforzo positivo che può consistere nel cercare l’attenzione di persone significative e più in generale ricompense e gratificazioni fuori dalla scuola.

Le conseguenze pertanto possono essere negative per lo sviluppo emotivo, sociale e le acquisizioni scolastiche, nonché per i rapporti con la famiglia. La difficoltà a rapportarsi col mondo esterno potrebbe infatti avere conseguenze negative nel processo di crescita ed emancipazione dalla famiglia.

Nella società contemporanea si pone grande attenzione al profitto e al rendimento scolastico da parte delle famiglie, ritenendoli predittori del futuro successo sociale e lavorativo. Le attività scolastiche spesso sono portatrici di valori basati sulla performance e la competizione, andando ad aumentare le pressioni sociali sugli studenti. Proporre modelli irraggiungibili di perfezione può essere causa di frustrazione, così come le attese performanti da parte degli adulti possono assumere per i ragazzi caratteri persecutori, alimentando il circolo vizioso dell’ansia, che può arrivare ad assumere i connotati della fobia scolare.

Cosa causa la fobia scolastica o ansia da scuola

La fobia scolare potrebbe essere causata da fattori legati in misura maggiore all’ansia da separazione dalla figura materna o piuttosto associata ad altri tipi di fobia, come la fobia sociale.

I sintomi possono iniziare in seguito ad eventi di vita stressanti che si sono verificati a casa o a scuola, tra cui: il passaggio da un grado di istruzione ad un altro; una malattia, propria o di un membro della famiglia; la separazione tra i genitori; relazioni conflittuali nella famiglia; problemi con il gruppo dei pari o con un insegnante; il ritorno a scuola dopo una lunga interruzione.

Cos’è la fobia scolare?

Questo disturbo è caratterizzato dalla paura, irrazionale e non controllabile, di andare o restare a scuola. I sintomi principali sono: una elevata reazione di ansia quando è il momento di recarsi a scuola, che può tramutarsi in sintomi da attacco di panico. Inoltre il giovane può presentare sintomi psicosomatici come: vertigini, mal di testa, tremori, nausea... L’angoscia può essere presente sin dalla sera prima e il sonno può essere disturbato da incubi e risvegli notturni.

L’ansia scolastica, così come l’ansia da prestazione, è collegata a un forte timore del giudizio. A scuola si può avere paura del giudizio non solo degli insegnanti, ma anche dei compagni. È infatti grande l’importanza che a quella età riveste l’approvazione da parte del gruppo dei pari, nel processo di crescita dell’individuo, che trova nuovi spazi di espressione al di fuori della scuola e della famiglia. Tuttavia la ricerca dell’approvazione può costituire anche un fattore di rischio, influenzando comportamenti dannosi per la salute fisica e psicologica. Il gruppo rafforza l’identità in formazione degli adolescenti, che sperimentano così autonomia e riconoscimento.

La valutazione a cui si è sottoposti, da parte degli adulti e dei coetanei, influenza il senso di autoefficacia, in quanto viene riferita alla propria capacità generale, piuttosto che alle prove svolte in classe.

Come affrontare l’ansia della scuola

Chiaramente attraverso i comportamenti di evitamento o di fuga da eventi spiacevoli si ottiene una riduzione dell’ansia. Ma per affrontare il problema è importante che i genitori e i terapeuti trasmettano ai bambini e agli adolescenti alcuni messaggi, unendo l’aspetto regolatorio, importante nel rapportarsi a giovani in età adolescenziale, all’ascolto:

  • Non bisogna per forza eccellere ed essere bravi a tutti i costi, ciò che importa è l’impegno che si mette nei propri compiti.
  • Promuovere l’auto – accettazione e l’accettazione degli altri. Valutare sé stessi e gli altri separando i comportamenti dalla propria capacità generale. In modo tale da convivere anche con i fallimenti ed evitare la caduta dell’autostima. Ciò permette di intervenire sulla causa del fallimento: una strategia che non è stata efficace, non una caratteristica immutabile della persona.
  • Rinforzare la tolleranza alla frustrazione, è opportuno spiegare al bambino che la frustrazione e gli ostacoli sono parte del corso normale della vita.