Psicologodibase.com: gruppoanalisi e impresa, sogno o realtà?
Psicologodibase.com: gruppoanalisi e impresa, sogno o realtà?

Psicologo di Base®: Primo colloquio gratuito e i successivi 3 a 40€ ciascuno

Psicologodibase.com: gruppoanalisi e impresa, sogno o realtà?

Intervento alla Summer School della GASi a Dublino dell’ideatore e cofondatore di psicologodibase.com

A fine luglio il dott. Alfonso D'Auria è stato ospite alle Summer School della GASi (Group Analytic Society International) dove ha presentato ai colleghi gruppoanalisti internazionali la struttura e l’organizzazione del progetto Psicologodibase.com, facendo una sintesi del processo dei primi sei mesi.

La lezione ha analizzato il progetto imprenditoriale (un sogno), organizzato con un vertice gruppoanalitico,  per la creazione di una rete nazionale di Psicologi e Psicoterapeuti in Italia, che offrono un servizio privato di psicologia di base, psicoterapia e workshop di gruppo di crescita personale (prevenzione e benessere psicologico). Infine, il focus verrà posto sul concetto di responsabilità (individuale, di gruppo e istituzionale) elemento fondamentale per la realizzazione e lo sviluppo del progetto. 

Psicologodibase.com: chi è e a chi si rivolge

La parola al dott. Alfonso D'Auria che spiegherà il progetto: il progetto che viene presentato è frutto di un’idea che ha avuto una gestazione di alcuni anni prima di venire alla luce. Il progetto ha iniziato ad essere attuato nella primavera del 2021, mentre a novembre 2021 abbiamo fondato (io e la mia amica e collega Rosanna Nastro, Psicologa e Psicoterapeuta Psicoanalitica) la Società MIND THE GROUP ed abbiamo “varato” il portale e, da gennaio 2022, “abbiamo acceso i motori della nave” e iniziato a “navigare”. Quello che viene riportato in questa presentazione è una prima analisi di un processo complesso, un progetto che risulta essere una sperimentazione, in continuo sviluppo e cambiamento, in accelerazione lenta e costante. È un processo per prove ed errori, con fasi di apprendimento e di cambiamenti della struttura.

Così come suggerito dalla collega irlandese Sheena Eustace, che ha letto il mio intervento prima della presentazione, credo sia importante aggiungere qualche informazione sul contesto in cui nasce questo progetto così da farne capire meglio il significato. La comunità italiana di psicologi è la più numerosa in Europa. Dagli ultimi dati ufficiale da parte del nostro Ordina Nazionale degli Psicologi, nel 2020 eravamo iscritti 117.762 psicologi, di cui circa la metà specializzati in psicoterapia. Sempre dai dati che abbiamo dalle nostre istituzioni professionali, dovremmo essere poco più di un quarto degli psicologi europei (ad oggi approssimativamente intorno i 400.000 psicologi). La maggior parte degli psicologi italiani lavorano in ambito privato, mentre solo un esiguo numero della comunità lavora nelle strutture pubbliche, e la maggior parte di essi negli ultimi anni sono andati in pensione. Solo pochi concorsi pubblici sono stati fatti per nuove assunzioni nelle strutture pubbliche, a causa di mancanza di fondi da investire nella sanità, che nel corso degli anni ha subito pesanti tagli economici da parte dei diversi governi.

Spero che questi dati forniti possano essere sufficienti per dare un’idea di come la comunità degli psicologi italiani lavori principalmente in ambito privato, nel quale c’è una elevata competizione e competitività per “riuscire a lavorare”, a “sopravvivere”, facendo il lavoro di psicologo e psicoterapeuta. Il sogno, il progetto, che qui viene presentato nasce quindi da un bisogno, un’esigenza di “sopravvivenza”, oltre che da un puro desiderio di creare una rete ed una comunità nazionale. Aggiungo solo un ultimo elemento che riguarda anche la “competitività tra i modelli teorici”; in Italia, ad oggi, secondo i dati ufficiali del MIUR (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca) sono attivi sul territorio nazionale 390 istituti di formazione in psicoterapia.  

Il progetto: la struttura

Mission (il sogno)

Creare ed organizzare una Rete Nazionale di Psicologi e Psicoterapeuti che offrono un servizio PRIVATO di Psicologia di Base (Psicologia delle Cure Primarie). 

Cosa è la psicologia di base?

Del concetto di Psicologia di base e di Psicologo di Base si discute già da tempo, in particolare nel 1978, durante la Conferenza Internazionale dell’Assistenza Primaria, fu espressa la necessità di una collaborazione tra la figura del Medico di Base e quella dello Psicologo, a tutela preventiva e curativa di ogni individuo.

Dal quel momento, in Italia, sono state avviate diverse sperimentazioni, sia in ambito istituzionale che in forma associativa e privata, inoltre sono state formulate diverse proposte di legge volte a disciplinare la figura dello psicologo sul territorio, definito Psicologo delle Cure Primarie o Psicologo di Base.

Le proposte sino ad oggi formulate pongono il focus progettuale sulla stretta cooperazione tra lo psicologo ed il medico di medicina generale ed in particolare sulla domanda di aiuto psicologico espressa direttamente o indirettamente dai pazienti del medico di base. 

La nostra vision

Secondo la nostra Vision, per Psicologia di Base intendiamo l’ambito della psicologia clinica che si occupa della accoglienza della prima domanda di aiuto psicologico da parte del cittadino.

La nostra idea di Psicologo di Base, in ambito privato, non è quella di inserire lo psicologo nello studio medico di medicina generale ma è quella di promuovere l’autonomia della figura dello psicologo e della sua funzione di accoglienza della prima domanda di aiuto psicologico da parte del cittadino.

In particolare, secondo la nostra visione, lo Psicologo di Base è uno psicologo iscritto all’Albo degli Psicologi, che si occupa di accogliere la prima richiesta di aiuto e di consulenza che arriva da parte di una persona, di una coppia o di una famiglia. 

La psicologia e il web

Sempre più spesso i cittadini cercano autonomamente uno psicologo attraverso il web e i social network e una volta individuato il professionista, lo contattano al fine di concordare una consultazione psicologica dal vivo presso lo studio del professionista oppure online attraverso un video consulto.

Il nostro progetto dello “Psicologo di Base in ambito privato”, è quello di selezionare, formare e coordinare psicologi e psicoterapeuti, liberi professionisti, che scelgono di organizzarsi in equipe e che vogliano operare nell’ambito della psicologia di base come sopra specificata.

Il portale Psicologo di Base® (www.psicologodibase.com) seleziona i propri Psicologi e Psicoterapeuti, secondo criteri professionali e di esperienza. 

Il gruppo

Gli psicologi e gli psicoterapeuti che fanno parte del Portale Psicologo di Base® cooperano per una crescita formativa e professionale comune, per garantire un elevato livello di qualità del servizio psicologico offerto alle persone.

Il Gruppo è l’elemento centrale del nostro Progetto:

  • Gruppo Équipe Territoriale (in presenza e online): Il gruppo che va a formare una sede territoriale della rete nazionale di psicologi che fanno parte del progetto. Il gruppo può essere formato da massimo 5 psicologi per un’area territoriale. Per area territoriale consideriamo un territorio che comprende una popolazione di circa 100.000 abitanti. La proporzione è di 1 Psicologo ogni 20.000 abitanti. Il gruppo si organizza con un solo numero di telefono, per la gestione delle richieste in ingresso nella sede. Per sede territoriale non si intende che tutti gli psicologi lavorano nello stesso studio professionale, ma che abbiano i propri studi nella stessa area territoriale. Possono esserci sedi anche con un solo collega, a cui si potranno aggiungere altri colleghi successivamente.
  • Gruppo di Intervisione (online) con conduttore gruppoanalista/psicoanalista di gruppo. Il gruppo, con cadenza mensile, è composto da massimo 10 psicologi del progetto. Il conduttore non rientra tra i clinici che ricevono pazienti dal portale (nessun conflitto di interesse e “posizione” differente nel progetto rispetto ai partecipanti). Al momento abbiamo attivi 5 gruppi di intervisione. I 5 psicologi di un centro territoriale vengono divisi in 5 gruppi differenti di intervisione, così che possano confrontarsi con i colleghi di altre sedi del territorio nazionale. È un gruppo a cui “devono” partecipare tutti i colleghi del progetto. Non è stato definito un gruppo di Supervisione gruppoanalitico, in quanto ci sono alcune somiglianze e differenze rispetto al setting, ma soprattutto rispetto alla “non centralità” del modello teorico nella pratica clinica e per superare resistenze all’idea della “Supervisione”, in termini di “dipendenza dal conduttore” e promuovendo il confronto “alla pari”. Sono elementi essenziali nel setting di supervisione grupponalitica, ma di non scontata e implicita comprensione per chi non è del modello e non ha particolari esperienze con i gruppi.

La funzione richiesta al Supervisore/Conduttore è quella di “aiutare il gruppo” a:

  • strutturarsi come un gruppo autonomo di intervisione;  
  • gestire dinamiche derivanti degli assunti di base;
  • funzionare come un “gruppo di lavoro” (Bion).

Il focus del conduttore/supervisore dovrebbe rimanere principalmente sulla struttura e sul processo del gruppo, lasciando sullo sfondo il contenuto (materiale clinico/aspetti organizzativi/modello psicoterapeutico). Cioè è importante che si favorisca l’autonomia del gruppo nella gestione del contenuto emerso (focus sui primi colloqui con i pazienti derivanti dal portale Psicologo di Base). Ovviamente, se c’è la necessità, è bene poter aiutare i colleghi singoli a gestire situazioni particolarmente complesse e delicate.

  • Gruppo Allargato/Plenaria (online), con frequenza mensile, a cui possono partecipare (volontariamente) tutti i colleghi del progetto. Non partecipano i tecnici, ma possono partecipare gli psicologi della comunicazione e marketing. È partita come una plenaria con comunicazioni principalmente bidirezionali, di aggiornamento e domande sul progetto (una sorta di question time). Un paio di volte invece ci si è mossi molto di più come una discussione libera. L’obiettivo e spostare le questioni organizzative nelle comunicazioni mail e nel gruppo Facebook e promuovere sempre di più il funzionamento come un large group esperienziale, che ovviamente ha il focus principale sul progetto nel suo complesso.
  • Gruppo Facebook (online) chiuso (cioè non pubblico) riservato ai partecipanti al progetto. La finalità del gruppo è quella di avere un contenitore stabile e istantaneo attraverso il quale comunicare, confrontarci e riflettere assieme sugli aspetti organizzativi, clinici e progettuali con tutti i colleghi del portale. Il gruppo funziona un po' come il gasiforum, ma è meno dispersivo, meno anonimo, ha molte più funzionalità (differenziare la tipologia e la funzione dei post, come sondaggi, consigli, domande e risposte, eventi, video in diretta, reels, guide…).

Perché un sogno?

Perché è una struttura che si basa su un legame “debole”. Una sperimentazione “nuova”, a metà tra l’associazionismo e il puramente imprenditoriale. 

LEGAME-RELAZIONI

Gli Psicologi che decidono di aderire al portale sono spinti prevalentemente dal bisogno di lavorare come liberi professionisti (ricevere contatti e nuovi pazienti in consultazione e psicoterapia). Solo alcuni riescono ad identificare fin dall’inizio il valore di far parte di una rete di colleghi a livello nazionale in ambito clinico, con la possibilità di partecipare ai gruppi di intervisione e ai large group. Inizialmente il lavoro si è concentrato sul soddisfacimento di questo bisogno primario. In una seconda fase (dopo circa 4 mesi) si è iniziato a lavorare sul senso di appartenenza stimolando legami comunicativi e di confronto con le plenarie, large group, gruppi di intervisione e poi il gruppo Facebook.   

Il legame con il progetto richiama al gruppo terapeutico o ai gruppi esperienziali con una leadership riconosciuta. Oscilla tra l’autonomia/liberta/isolamento e l’interdipendenza/cooperazione/parte di una comunità. È un legame che oscilla e si equilibra tra questi due versanti. Così come in un gruppo terapeutico, tra partecipanti e psicoterapeuta c’è una asimmetria di poter così è anche tra il CEO dell’azienda e i partecipanti al progetto. Stessi diritti e doveri dei partecipanti (a parte alcune eccezioni). Non è un gruppo “puramente” democratico, dal punto di vista della struttura, ma lascia ampi margini di dialogo e di consultazione sull’organizzazione strutturale e sul processo, come lo è per un gruppo terapeutico. 

Sviluppo a 6 mesi

Abbiamo aperto 18 sedi in 7 regioni e 8 città italiane (Roma, Milano, Torino, Monza, Cagliari, Lecce, Caserta e Pescara), per un totale di 38 psicologi e psicoterapeuti. Il processo di acquisizione è molto lento e richiede un grande investimento economico per la pubblicità. La difficoltà di adesione è legata all’investimento iniziale economico, rispetto ai competitor che danno la possibilità di entrare gratuitamente. Per superare le resistenze, deve essere presente un forte bisogno/desiderio di lavorare come psicologi e psicoterapeuti ma serve anche una capacità di riconoscere il potenziale del progetto, che stimola comunque molte ambivalenze in relazione all’ennesimo tentativo di istituire questo servizio in ambito istituzionale. A Luglio c’è stato il primo rinnovo dei contratti (ogni 6 mesi) e circa 10 colleghi hanno lasciato il progetto per mancata strutturazione di sufficiente senso di appartenenza e aderenza alla mission, che si traduce in “non farsi carico di parte delle RESPONSABILITÀ e del rischio” che il progetto richiede. 

Processo

  • Forte tendenza alla dipendenza;
  • Gli psicologi sono centrati sul bisogno concreto più che sul potenziale di essere parte di una rete;
  • Necessità di tempo per strutturare un senso di appartenenza;
  • Conflitto tra autonomia e cooperazione;
  • Difficoltà a condividere la mission (il sogno) e ad “accendere” il desiderio;
  • Difficoltà ad accettare il rischio e la responsabilità.

Il sogno e la responsabilità

Le domande che ci siamo posti e a cui abbiamo provato a dare una risposta sono:

  • Di chi è la responsabilità per la realizzazione del sogno?
  • dove si posiziona la responsabilità, è qualcosa di intrapsichico individuale oppure è qualcosa di gruppale?
  • Quanto essa è legata al concetto di potere?
  • E dove si posiziona questo potere? Nella leadership o nel gruppo?

Crediamo che, così come avviene all’interno di un gruppo analitico, la responsabilità e il potere siano diffusi e interconnessa a livello gruppale.

Per la realizzazione e lo sviluppo del progetto è fondamentale che si strutturi un rapporto di fiducia con la leadership e con gli altri membri progetto, in tutti i gruppi della struttura.

Si parte ovviamente da una condizione di aggregazione per puntare alla cooperazione e quindi ad una coesione gruppale a diversi livelli e nei diversi gruppi.

Tutto questo si associa al senso di appartenenza al progetto, la condivisone della mission e identificazione professionale con il Brand.

Quindi, la responsabilità è nei singoli e nel gruppo nel suo complesso, ivi compreso il suo conduttore.

Funzione e responsabilità della leadership

Nella fase iniziale del progetto è fondamentale essere consapevoli che esiste un leader (il CEO, Chief Executive Officer, o in italiano AD, Amministratore Delegato) che ha una posizione di potere verticale sia dal punto di vista strutturale (setting aziendale) sia in termini di “imprinting” relazionale, in quanto è colui che ha pensato, strutturato e presentato il progetto e che ha “selezionato” tutti i colleghi che sono entrati a far parte della rete.

I colloqui di selezione sono stati fatti per lo più singolarmente. Questo ha creato un legame a due ed ha creato un’aspettativa di riferimento e di comunicazione principale con il leader invece che con il gruppo. Una frammentazione di legami, principalmente a due, che ha strutturato un aggregato di colleghi riferiti principalmente alla leadership e che non comunicano ancora tra di loro.

La funzione del CEO è di “dirigere” il progetto e i colleghi verso il raggiungimento della mission. C’è una direzione da seguire, una finalità da perseguire, ma per raggiungerla non è possibile farlo come se si fosse un’azienda con “dipendenti”, cioè pagati per lavorare.

Nel nostro caso, i colleghi psicologi pagano per far parte del progetto (non dell’azienda) e, teoricamente, per seguire quelle che sono le indicazioni, le linee guida date dal leader (CEO) e le regole definite nel contratto.

Inizialmente il rapporto è di tipo “dipendente” nonostante il legame contrattuale li mantiene in una condizione “libera” professionale. Questo crea un conflitto rispetto alla responsabilità nella realizzazione del progetto. I colleghi sono principalmente interessati ai propri bisogni individuali professionali e non a quelli dell’azienda e del gruppo/rete nazionale (il progetto).

Il grande sforzo del leader è quello di mantenere una posizione di leadership e di responsabilità (anche legale) nel dare la “direzione” dei lavori, ma allo stesso tempo deve inevitabilmente essere quella di attivare un processo di ritirarsi sullo sfondo e rilevare e affidare ai singoli colleghi e ai gruppi le responsabilità che gli competono.

Per arrivare a ciò è inevitabile stimolare una comunicazione “orizzontale” e circolare tra i colleghi del progetto, che crei legami affettivo-professionali e senso di appartenenza ad una comunità con un progetto, una mission, un sogno comune.

Per raggiungere questa finalità, il concetto di “fiducia” è fondamentale, da entrambe le parti. Così come il leader deve conquistarsi la fiducia di ogni singolo collega del progetto, allo stesso tempo deve dare fiducia ad ogni singolo collega e ai gruppi che ha strutturato promuovendo la loro “autonomia” di funzionamento.

CONCLUSIONI

Per concludere, noi della MIND THE GROUP intendiamo per “sogno” un’idea ideale che, a livello “potenziale”, può essere trasformata in un progetto reale. Per fare ciò è necessario esercitare il “potere” con “responsabilità”, ma non basta la responsabilità del leader e dell’azienda, è necessario che ogni collega psicologo del progetto si senta in parte “responsabile” per la realizzazione del progetto, e quindi del sogno.

Quindi, la realizzazione del progetto può riuscire solo se il sogno diventa condiviso, solo se i colleghi del progetto si fanno carico della responsabilità di sognare assieme e condividere i rischi legati al fallimento.

Articolo originale: https://groupanalyticsociety.co.uk/contexts/issue-97/gasi-summer-school-dublin/group-analysis-and-business-dream-or-reality/

Dott. Alfredo Malaspina

Autore

Dott. Alfonso D'Auria

Psicologo e Psicoterapeuta

Iscrizione albo: Lazio nr. 15272

Già membro della sede di Psicologo di Base Roma Appia Tuscolana, CEO di Mind The Group srl e Fondatore del Progetto di Psicologo di Base

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